Montefusco – Si alzerà domani il sipario sulla tre giorni dedicata alla Fiera di Sant’Egidio. Come da tradizione, alle ore 18,00, appuntamento al Palazzo Comunale per l’avvio del corteo dell’antica ‘discesa della bandiera’; in prima fila il “tamburiere” che esegue ininterrottamente per tutto il tratto il consueto rullo di tamburo, seguito dal sindaco in fascia tricolore, dalle guardie municipali, dai consiglieri e da tanti cittadini. Tutti percorreranno la strada principale che dal paese che porta, dopo circa 2 chilometri, alla frazione di Sant’Egidio, dove verrà issato il secolare gonfalone. Il rito rappresenta da secoli, l’apertura ufficiale della Fiera, rinomata soprattutto come mercato del bestiame e di prodotti artigianali per la viticoltura e per l’agricoltura. Non è più la fiera di una volta, “omnia mutandur”, ma ancora oggi, non mancano animali da cortile e da stalla, prodotti per l’artigianato e per l’agricoltura, prodotti tessili e alimentari. In esposizione anche alcuni prodotti originali in legno, scale, tinelli e tanti altri arnesi per vinificare e per la cantina eseguiti completamente a mano da rari maestri “bottai”. Negli ultimi tempi, un’essenza della fiera è sicuramente la mostra artigianale del “tombolo”. L’arte del merletto lavorato a tombolo costituisce una tradizione Montefuscana tipicamente femminile tramandata da anni ed anni di generazioni, che si fa risalire al 1400, allorché iniziò a diffondersi presso i ceti popolari per poi passare (sec. XVII) alle comunità religiose ed alle famiglie aristocratiche. In particolare fu ad opera delle suore benedettine, che la pratica del merletto acquistò il carattere di massa.
Un area della fiera sarà completamente dedicata alla “mostra del Tombolo”, la cui notorietà, ha oltrepassato, recentemente anche i confini nazionali, con la presenza di alcune delegate, alle Fiere Internazionali di Londra, Tokio e di Montreal.
Durante i tre giorni di Fiera, dalle ore 15,00 alle 19,00, Padre Antonio Salvatore, Superiore del Convento, ha gentilmente concesso la possibilità di visitare la cella di “San Pio da Pietrelcina”, presso l’attiguo Convento dei Padri Cappuccini. Il giovane Frà Pio, non ancora dodicenne, dimorò a Montefusco per qualche mese a partire dalla fine del novembre del 1908 e fino ai primi mesi dell’anno successivo. La malferma salute del giovane francesco Forgione aveva spinto i superiori a farlo soggiornare nel centro irpino, rinomato per la salubrità dell’aria.
L’inizio della fiera, segna anche l’inizio dell’abituale sagra ad essa abbinata. Nei giorni 28, 29 e 30, alle ore 20,30, numerosi stand gastronomici proporranno la degustazione di piatti tipici locali: “fusilli alla francescana” secondo un antichissima ricetta dei padri cappuccini, “carne ‘e puorco e peperoni”, “fagioli e cotechini”, “salsicce, bistecche e cotechini alla brace”. Non mancheranno dolci tipici a base di castagne e fiumi di vino.
Tutte le serate saranno allietate dalle Orchestre “SIMPATIA” e “MOONLIGHT” che eseguiranno ballo liscio standard e romagnolo, balli di gruppo, latino americani e musica leggera anni ‘60/’70. L’intero ricavato della sagra sarà devoluto completamente al Comitato Festa della Madonna del Carmine di Montefusco a cui fanno capo il parroco Don Massimo Bertoncelli, ed il Presidente Antonio Serino.