Mirabella Eclano – L’attesa è terminata. E’ giunto il fatidico sabato che precede la terza domenica del mese di settembre. Domani, alle 15.30, a Mirabella Eclano rivive una delle tradizioni più amate ed ammirate dell’intera provincia: la tirata del Carro. Un rito che prende origine da un antico culto pagano, nel corso del quale si offriva frumento ad una divinità della vegetazione. Oggi lo si offre alla Madonna Addolorata, la cui statua si erge su un carro trainato da quattro pariglie di buoi e sormontato da un alto obelisco ligneo, a forma di campanile. Il Carro, struttura in legno poggiante su un veicolo a due ruote trainato da otto buoi, è a sette ripiani, alto circa 30 metri, interamente rivestito di fili di paglia che formano archi, capitelli e statue, compresa quella della Vergine, posta in cima al ripiano più alto. La stabilità del Carro è data da circa 60 funi, assicurate a diverse altezze e trattenute alle estremità da altrettanti funaioli, che in tal modo collaborano attivamente al trasporto. Il viaggio dura circa 5 ore e mezzo e si svolge lungo un percorso accidentato. Il Direttore di guida – carica trasmessa per via ereditaria – coordina tutte le operazioni e orienta la direzione del Carro. Altrettanto importante è il ruolo dei funaioli, attenti a tendere o allentare, a seconda delle necessità, le funi che tengono in equilibrio il Carro. Ed ogni anno l’entusiasmo dei manifestanti non fa che aumentare. Per gli eclanesi è la ricorrenza più sentita. Per i turisti una festa singolare. Per gli emigranti l’input per ritornare nella propria terra natia. Una vera magia si diffonde tra le strade del paese. Una alchimia fatta di gioia, trepidazione, entusiasmo. I mirabellani conservano gelosamente il proprio posto e sin dalla prima esperienza, sarà per scaramanzia o per una strana forma di ‘gelosia’, non cambiano mai la propria postazione. Ciò non toglie che il posto per i nuovi arrivati certo non manca. E così, tra promesse di acqua e dei soliti scherzetti, immancabili durante la tirata, è tutto pronto… e Mirabella si appresta alla sfida 2005: che il Carro raggiunga il Borgo. Ma la giornata di festeggiamenti ha il suo seguito. Per la prima volta, infatti, Mirabella festeggia il sabato del carro attraverso la Notte Bianca. Dunque aperti fino all’alba gli esercizi commerciali. E non finisce qui. I vicoli e le piazze del centro storico saranno infatti animate dalla presenza di giocolieri, artisti di strada, fachiri e gruppi di musica popolare. Tra questi ‘La Nuova Compagnia della Tammorra’ che si esibirà presso Piazza San Francesco. Un gruppo che, spinto dalla voglia di emergere da un borgo dove regna solo il degrado e la cultura del bar, decide di iniziare l’opera di recupero dei canti e della danza tradizionale legati al mondo contadino. In questi giovani la civiltà contadina è molto radicata. Alcuni sono diretti discendenti di questo mondo. E questo mondo è fatto di duro lavoro, paure, devozione e rituali. All’inizio erano solo tammorre, castagnette, triccabballacche, putipù, scetavajasse e tanta voglia di stare insieme. Poi si introdusse la fisarmonica e un modo più razionale di lavorare. Gli appuntamenti più importanti erano quelli tradizionali, dove il raduno dei tammorrari è ancora oggi spontaneo e dove si era presenti sempre. Un lavoro svolto rigorosamente sul campo a contatto con quelli che erano e che continuano ad essere considerati i depositari del linguaggio magico rituale: i contadini, i maestri della tradizione. E questa sera non resta che rivivere quelle atmosfere magiche che si realizzavano sulle aie dove la fatica dei campi, le paure quotidiane le angosce e le frustrazioni venivano esorcizzate col vino, la danza e la tammorra. La Nuova Compagnia della Tammorra è stata ed è un punto di riferimento per le tradizioni nell’Agro nocerino-sarnese e in Campania. E porterà un pizzico di arcana magia tra i resti dell’antica Eclanum.
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