Migranti, truffa per ottenere contributi pubblici: quattro nei guai

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Concorso in truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e minaccia per costringere taluno a commettere un reato. Questi i capi di accusa nei confronti di quattro persone alla base dell’ordinanza di applicazione della misura dell’obbligo di presentazione alla P.G., emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, su richiesta della Procura della Repubblica di Benevento.

L’ordinanza è scaturita dagli approfondimenti investigativi disposti a seguito delle dichiarazioni rese da un mediatore culturale, collaboratore presso un centro di accoglienza per migranti sito in Morcone (BN), il quale è stato ripetutamente costretto ad attestare falsamente, dietro minaccia del licenziamento, la presenza di un numero di stranieri non corrispondente a quello effettivo, al fine di conseguire indebitamente la cifra  prevista per ciascun migrante, calcolata per ogni ospite sulle “effettive presenze giornaliere”, nonostante per i periodi di riferimento le presenza effettive fossero inferiori a quelle falsamente attestate.

Il denunciante, dopo essere stato costretto per diversi mesi a sottoscrivere falsamente i fogli di firma da depositare all’Ufficio Territoriale del Governo di Benevento, ha denuncito il sistema truffaldino posto in essere dai gestori della struttura, riscontrandosi, a seguito di un controllo a sorpresa presso il centro da parte di personale della Squadra Mobile, l’assenza di numerosi migranti, che avevano apparentemente apposto la loro firma sui fogli di presenza inviati in Prefettura.

L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura, è proseguita mediante l’esame della documentazione sequestrata, nonché attraverso l’analisi dei tabulati telefonici delle utenze in uso ai migranti, così da trovare pieno riscontro le dichiarazioni del lavoratore, disegnando un solido quadro indiziario a carico dei quattro indagati, posto base delle ordinanze applicative delle misure cautelari da parte dell’ufficio GIP.