Si riporta la nota dell’avvocato Ciro Aquino, legale difensore di oltre 100 operatori commerciali del Mercato Bisettimanale di Avellino.
Il rinvio richiesto dal comune di Avellino nel giudizio pendente al Tar Salerno in merito al mercato bisettimanale e concesso dal collegio al prossimo 14 aprile appare l’ennesima provocazione nei confronti di 300 famiglie che sono senza lavoro da più di un anno.
È evidente che un giudizio maturo per essere trattenuto in decisione subisce un rallentamento inspiegabile alla luce delle risultanze Arpac circa la questione ambientale di Campo Genova, e la sospensione del mercato bisettimanale a tempo indeterminato per il mancato rinnovo dell’ordinanza sindacale.
Si evidenzia che è del tutto strumentale e inutile in quanto l’ordinanza n.41 del 8 febbraio 2020 ha cessato di produrre i suoi effetti in data 31 dicembre 2020.
Ragion per cui anche se si affermasse in via del tutto astratta la correttezza del sottosuolo dell’area di Campo Genova, a prescindere da una caratterizzazione che è pure sempre necessaria in quanto adibita ad ex isola ecologica – che deve essere per forza soggetta ad un piano ei caratterizzazione – non si potrebbe tornare in detto luogo a svolgere il mercato essendo venuti meno gli effetti della predetta ordinanza.
Pertanto si ribadisce l’ordine di richiesta al sindaco di Avellino e alle istituzioni tutte di ripristinare ad horas il mercato bisettimanale di Avellino a oggi incredibilmente soppresso – di fatto e di diritto – a distanza di un anno, anche considerando l’ordinanza di sospensione dell’efficacia esecutiva della predetta ordinanza n. 8 del 2020 da parte del Tar Salerno, non è stata mai impugnata dal comune in quanto non ha mai manifestato l’interesse a voler ripristinare il mercato in detto luogo così come in altre sedi.
In questi mesi abbiamo confidato nella giustizia e nelle istituzioni, affinché si giungesse alla risoluzione del contenzioso, evidentemente la nostra speranza si è infranta e la pazienza dei commercianti è terminata.
La ricaduta sociale e il rischio usura già paventato negli incontri con il Prefetto di Avellino dalle associazione di categoria è stato sottovaluto.