Mega truffa dei Bonus, undicimila richieste da un solo indirizzo Ip di Avellino

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Undicimila comunicazioni di generazione e cessione del bonus, per un ammontare di quasi cento milioni di euro sarebbero state inoltrate da un indirizzo Ip riconducibile ad un’impresa che non si occupava di edilizia con sede ad Avellino. E” uno dei dati che per gli inquirenti, i militari delle Fiamme Gialle di Avellino e la Procura di Avellino, dimostrerebbe l’esistenza della mega truffa ai danni dello Stato. Il sostituto procuratore della Repubblica di Avellino che ha firmato il decreto di sequestro d’urgenza di un miliardo e settecentomila euro, il pm della Sezione Criminalita’ Economica Vincenzo Russo (insieme al Procuratore della Repubblica Domenico Airoma), proprio in relazione a questa circostanza avrebbe sottolineato come il dato : ” dimostra come siano del tutto inesistenti gli interventi edilizi segnalati e che hanno generato crediti per un ammontare esorbitante”. Per il magistrato, quanto emerso è anche un dato allarmante, che dimostra la  “pervicacia criminale’ di un gruppo di persone che , senza alcun timore della risposta punitiva dello Stato, ha messo in atto un sistema crimonoso che va a discapito : “di coloro che al contrario, hanno sistenuto realmente spese e che vedono ora ridursi progressivamente le percentuali di recupero, anche in conseguenza di simili delinquenziali comportamenti”.

I NUMERI DELLA MEGA TRUFFA
 L’indagine della Procura di Avellino nasce da una comunicazione di notizia di reato del Settore Contrasti illeciti dell’Agenzia delle Entrate nel gennaio scorso. In poche settimane, i militari del Gruppo di Avellino della Guardia di Finanza, agli ordini del colonnello Salvatore Minale e del tenente colonnello Pietro Toriello, hanno prodotto una prima informativa sulla delega assegnata e si è giunti a scoprire come si trattasse in buona sostanza di comunicazioni relative in particolare all’Ecobonus e al Bonus Facciate totalmente false, in quanto relative a lavori mai eseguiti e spese mai sostenute. I numeri sono come noto, ingenti, visto che si parla di interventi finalizzati al miglioramento dell’efficienza energetica di edifici pari a 2 miliardi e settecentomila euro, quelli che hanno creato una credito fittizio di circa un miliardo e settecentomila euro. Una quota di circa 90 milioni di euro, quella cioè riferita solo alle cessioni accettate, è stata già messa in circolo attraverso la cessione ad altri soggetti acquirenti. Si parla di almeno 203 persone. E una parte di questi, almeno 115 hanno proceduto alle compensazioni fiscali relative, ovvero una cifra di quindici milioni di euro.

IL MERCATO DEI CREDITI
Un vero e proprio mercato delle cessioni di credito, quello scoperto dalle indagini di Procura e Fiamme Gialle. Il sistema ricostruito dalle Fiamme Gialle è semplice. A partire da dieci fittizi dichiaranti beneficiari, che avevano intascato una somma di un miliardo e settecentomila euro, trasferendo poi questi crediti fittizi attraverso il sistema di sconto in fattura ad altri ventisette fittizi cessionari. Da qui la cessione dei crediti a ben duecento soggetti, che in parte avrebbero attivato compensazioni indebite per circa quindici milioni di euro. In tutti i controlli a campione, sono emersi dei tratti comuni. A partire dall’inesistenza dell’immobile sul quale sarebbe stato compiuto l’intervento di efficientamento energetico o di recupero della facciata, anche l’estraneità dei proprietari a coloro che avrebbero realizzato gli interventi. Uno dei casi più emblematici è quello della titolare, una delle indagate, che non solo aveva dichiarato al Fisco nell’unica traccia di reddito scoperta nel 2021 appena 800 euro, ottenendo pero’ cessioni di crediti per milioni di euro.

VITTIME O COMPLICI?
Le indagini della Procura e delle Fiamme Gialle sono solo all’inizio. Proprio sui 203 acquirenti delle cessioni di crediti ci saranno ora accertamenti. La domanda che si pongono gli inquirenti e’ semplice e soprattutto determinante anche per la loro posizione nell’inchiesta: erano consapevoli dell’illeicita’ dei crediti acquistati ( e quindi rischiano un’imputazione per indebita compensazione) oppure sono vittime dell’associazione a delinquere organizzata dai 21 indagati? In questo caso sarebbero dunque estranei? Saranno i prossimi passaggi a chiarirlo.

LA DECISIONE DEL GIP
Il decreto di sequestro preventivo di urgenza firmato dal pm Russo ora sarà al vaglio di uno dei magistrati della Sezione Gip del Tribunale di Avellino, che sarà chiamato a convalidare il congelamento delle ingenti somme, in parte già messe in circuito e quelle ancora presenti nei cassetti fiscali degli indagati e delle società finite nel mirino delle indagini.
 

Il Pubblico Ministero Vincenzo Russo