“Medaglia” Imu: Avellino tariffa aumenta, a Lacedonia non si paga

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Il giorno del pagamento dell’Imu si avvicina. E i Comuni irpini in un modo o nell’altro stabiliscono le tariffe. L’Imu come una medaglia. Ad Avellino, la stangata con l’amministrazione comunale che ha deliberato l’aumento delle aliquote sulla prima e seconda casa, rispettivamente al 5,5 per mille e al 9,5 per mille. A Lacedonia invece l’amministrazione comunale è riuscita a cancellare l’Imu sulla prima casa. La buona liquidità disponibile nelle casse comunali, garantita dalla vocazione del territorio comunale all’eolico, ha consentito all’amministrazione una scelta in controtendenza, e non solo a livello provinciale. La manovra redatta dagli amministratori lacedoniesi mira a tamponare la crisi economica delle famiglie in difficoltà, ma anche a catturare nuovi residenti. L’assessore al bilancio dice “Il Comune di Lacedonia abolisce di fatto l’Imu, rinunciando ad un entrata nelle casse comunali di diverse decine di migliaia di euro», precisa Caradonna. L’aliquota di base fissata dal Governo è dello 0,4 per cento, con l’opzione concessa di abbassarla o aumentarla di due punti percentuali (0,2-0,6 per cento). «Abbiamo deciso di abbassare le aliquote al minimo, anche se questo non è stato sufficiente per neutralizzare l’Imu. Così, per raggiungere l’obiettivo, abbiamo aumentato le detrazioni da 200 a 400 euro, aumentando lo sconto per le famiglie. Incrociando le rendite catastali, è venuto fuori che nessuno pagherà l’Imu sulla prima casa: siamo una mosca bianca”. Che di questi tempi non è poco. Ma ritornando alla città Capoluogo, il salasso non è finito. Per coprire il buco da un milione di euro sui rifiuti (dovuto alla cancellazione del rimborso Iva e delle quote di compensazione che prima lo Stato versava al Comune) anche la Tarsu subirà una ulteriore maggiorazione del 15 per cento. “Scelte dolorose ma inevitabili” è il laconico commento dell’amministrazione Galasso.

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