Marchionne e l’Irpinia: non corre buon sangue…per via di Pugliese

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Sarà pure un’ indiscrezione giornalistica. Ma l’ad di Fiat Sergio Marchionne, il dirigente che sta facendo dannare gli operai della Irisbus, non sembra proprio avere un buon rapporto con l’Irpinia. “Il Fatto Quotidiano” (unico giornale a parlarne), carte della Procura alla mano, rivela: “Sergio Marchionne, A.d. della Fiat, figura tra gli indagati per i reati di concorso in calunnia ed estorsione nei confronti dell’imprenditore Massimo Pugliese, per l’acquisizione della Cf Gomma, fornitrice della Fiat”. Sarà probabilmente anche per questo motivo che l’Ad Fiat non vede di buon occhio l’Irpinia. Ad ogni modo, ritornando all’episodio raccontato dal giornale che fa barba e capelli a tutti, senza dar retta se di destra, sinistra o centro, racconta sulle proprie colonne a firma di Salvatore Cannavò che “le accuse di Pugliese si riferiscono a una serie di azioni” subite per impedirgli di avviare il piano industriale elaborato e quindi procedere al risanamento della Cf Gomma. “Con il risultato, accusa Pugliese, di aver garantito il ritorno dell’azienda sotto il controllo della stessa Fiat”. Del procedimento giudiziario si era avuta notizia già lo scorso marzo con un’agenzia “Sole 24 Ore-Radiocor” in cui si dava conto della chiusura delle indagini per altri tre indagati, tutti manager Fiat: “il direttore finanziario Diego Pistone, il capo Ente legale Giorgio Fossati e uno dei membri del Cda di Fiat Industrial, Gianni Coda”. Per la Procura “nel luglio 2006, quando ormai era in fase di definitivo completamento l’operazione di salvataggio della Cf Gomma, Fiat Auto, pur essendo perfettamente consapevole della falsità di quanto denunciato, si recò presso la Procura di Torino per esporre che Pugliese aveva “bloccato” le forniture a Fiat e determinato così la sospensione delle lavorazioni (mentre invece la sospensione delle lavorazioni era dovuta ad agitazione delle maestranze ben nota alla Fiat Auto), per estorcere denaro al gruppo automobilistico”. E dunque: Per Sergio Marchionne e altri cinque indagati, tra cui Stefan Ketter membro del Consiglio esecutivo di FiatGroup, e Pierfederico Cancarini presidente di Cf Gomma, la Procura ha ritenuto opportuno proseguire le indagini.

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