MANDAMENTO- “Il metodo usato dal gruppo di Antonio Guerriero era sempre lo stesso: prelevare l’ imprenditore e condurlo al cospetto dello stesso Guerriero nella sede della sua impresa, che era una sorta di “fortezza” su una località agreste, una collina protetta da impianti di sicurezza e videosorveglianza, sottoporli ad una serie di minacce neanche molto velate e poi ovviamente procedere con contratto regolari tra le imprese e le stesse attività del gruppo”. E’ così che uno dei militari del Nucleo Investigativo di Avellino che quella “fortezza” l’aveva espugnata riuscendo a piazzare cimici nella cucina e in uno degli uffici dell’impresa di Avella, il luogotenente Nunzio Fiore Colella, ha descritto davanti al collegio presieduto dal giudice Roberto Melone il “modus operandi” del Nuovo Ordine di Zona, il gruppo criminale al cui vertice era Antonio Guerriero, alias Zorro e Miele Girolamo, sgominato dall’operazione dei Carabinieri e della Dda di Napoli denominata “Mandamento”, quello sul quale il gruppo voleva imporre un vero e proprio monopolio nel settore degli appalti pubblici. A partire dalle pressioni sulle imprese e all’imposizione di quelle proprie nell’ambito del movimento terra. L’udienza di questa mattina era dedicata proprio al controesame della difesa per uno degli investigatori che dopo gli omicidi eccellenti avvenuti nell’estate del 2013 nel Baianese (per cui non ci sono state condanne nonostante le accuse riferite proprio agli stessi elementi di primo piano del Nuovo Ordine di Zona) aveva ricostruito non solo la rete “militare” del gruppo avverso ai Cava nel Baianese ma anche le presunte connivenze nel settore delle imprese e nei comuni della zona, in particolare Baiano e Avella. Al centro dell’udienza e dei controesami proposti dalla difesa dell’allora capo dell’Utc di Baiano Carmine Libertino e dell’imprenditore Bernardo Natale ci sarebbe una delle contestazioni mosse dalla Dda nei confronti di tecnico e imprenditore, quella legata alla tentata turbativa dell’appalto della rete fognaria di Baiano. Fatti avvenuti tra luglio e agosto 2014. Il penalista Alberico Villani, difensore di Carmine Libertino (che già aveva in occasione di dichiarazioni spontanee escluso di aver mai favorito imprese nell’assegnazione di appalti) ha molto puntato su un dato. La prospettazione investigativa infatti si fonderebbe su una serie di intercettazioni ambientali all’interno dell’impresa di Guerriero in cui ci sarebbero stati diversi summit per intervenire sull’appalto per la rete fognaria di Baiano. Al “boss” del Nuovo Ordine di Zona sarebbero arrivate notizie in anticipo sulla gara e sulla documentazione da allora esponenti amministrativi (oggi non più in carica da tempo) e soprattutto avrebbero anche assicurato che ci sarebbe stata una proroga dell’aggiudicazione dell’appalto per consentire che le migliorie tecniche necessarie ad aggiudicarlo all’impresa gradita dal gruppo fossero ottenute. Insomma aderendo ai desiderata di Guerriero. Chi aveva brigato per ottenere questo rinvio aveva avuto come riferimento Libertino? Per la Dda e i Carabinieri si. Il luogotenente Colella ha parlato infatti di una “coincidenza temporale” che non lascerebbe spazio a dubbi. Anche se la difesa ha messo in evidenza e anche ottenuto che si chiarisse come a quella data non c’erano imprese interessate e che il rinvio era dovuto a fatti oggettivi. L’altra domanda su cui ha insistito molto il penalista Villani e’ riferita al fatto che dalle intercettazioni ambientali e telefoniche non emergesse alcun contatto tra Libertino e il gruppo di Guerriero. Per la difesa dunque solo una deduzione investigativa, considerato che alla fine l’appalto non sarebbe mai stato aggiudicato dall’impresa che il Nuovo Ordine di Zona voleva imporre. E qui è entrata in campo la difesa di Bernardo Natale, il penalista Angelo Pignatelli. “Esclude che lo stesso sistema usato dal gruppo di Guerriero per intimidire le imprese possa essere stato usato con Natale?” ha chiesto all’investigatore l’avvocato Pignatelli. E Colella ha chiarito che in una prima fase lo stesso Natale era stato “vittima” del Nuovo Ordine di Zona. Ma non ci sarebbero state denunce da parte sua a differenza di altri imprenditori. Sempre la difesa ha messo in evidenza come ci siano delle intercettazioni di un altro procedimento che escluderebbero contatti tra tecnici e Natale, cosa che non sarebbe stata riversata però nel fascicolo del processo. E che sull’ appalto per la rete fognaria di Baiano l’impresa di Natale non avesse i requisiti per partecipare e quindi non sarebbe stata interessata. Lo stesso capitolato, a differenza dell’ipotesi investigativa non avrebbe previsto, poi, la necessità di un ingegnere idraulico. In aula si tornerà il prossimo 7 giugno per avviare l’escussione dei testi della difesa.
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