Mainiero: “Dice noi gruppo…ma realmente è unico consigliere”

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Antonio Mainiero, Sindaco di Ariano Irpino, si dimette: “Il cuore prevale sulla ragione. Non ci sono più le condizioni per andare avanti, ognuno si assuma le proprie responsabilità, il sindaco lo sta facendo in questo momento”- ha detto tra le altre cose Mainiero nel suo intervento in apertura di una seduta del Consiglio Comunale che doveva servire per la surroga del Presidente del Consiglio. Invece il primo cittadino ha chiesto subito la parola e dopo una premessa sulla filosofia di Pascal ha spiegato come il cuore abbia prevalso sulla ragione: “Venendo qui ho ragionato, ho usato prevalentemente la ragione. Mi sono reso conto che questo Consiglio comunale, questa Città vive un momento particolarmente difficile sotto tutti i punti di vista, economico, sociale, e quindi pensavo alle prossime scadenze, a quella del 31 con la seduta monotematica aperta al pubblico sulla sanità, sanità che vive tanti problemi legati soprattutto alla riduzione di finanziamenti nazionali e regionali ma anche di una scarsa attenzione politica nei confronti di questo territorio. Politica a prescinde. Ripensavo alle vicende del tribunale, alla raccolta delle firme, alla necessità di iniziare un percorso giudiziario che pare ancora non chiaro e non attuabile in assenza di decreti attuativi. Pensavo all’ultima comunicazione, dell’altro ieri, relativa all’ulteriore taglio di 200 mila euro per la spending review e alla comunicazione del Ministero delle finanze per cui il gettito Imu passa da 2.6 a 2.9 circa. Quindi alla necessità di intervenire in questo Consiglio comunale con forza, stringendosi intorno alla problematiche che ormai attanagliano questa Città. Però poi mi sono ricordato di alcune lezioni di filosofia, ahimé di circa 40 anni or sono, e ho capito che come Pascal mi insegnava, per arrivare alla verità e alla conoscenza si utilizza la ragione ma anche il cuore. E quindi ho pensato io stasera dirò qualcosa che sia diverso dal mio solito, dal portare avanti mediazioni tediose, facendo prevalere la razionalità rispetto alle ragioni del cuore, talvolta anche alle ragioni della morale e dell’etica. Voi sapete che cosa è successo nell’ultimo periodo, si è dimesso il Presidente del Consiglio, abbiamo avuto una prima seduta in cui non abbiamo sostanzialmente provveduto a trattare gli argomenti all’ordine del giorno per una serie di errori procedurali, abbiamo poi riconvocato per il 12 ottobre il Consiglio comunale e non lo abbiamo tenuto perchè si è verificato un lutto che ha interessato l’Assessore D’Amato e alcuni Consiglieri. Stranamente nel momento in cui si doveva procedere alla surroga di un consigliere, nel momento in cui potenzialmente la maggioranza poteva arricchirsi della presenza di un ulteriore consigliere comunale si è aperta l’ennesima, francamente stucchevole, verifica, in cui si è preferito parlare di politica, in cui si è usato una sorta di plurale maestatis, dove si dice ‘noi gruppo’, (alla fine la maggior parte dei gruppi, a mio avviso, è rappresentata da un unico consigliere) si è detto che bisogna affrontare il problema del rilancio, del riassetto e così via. Francamente io credo che non ci sia assolutamente bisogno in questa Città di ulteriori rinvii, di ulteriori ritardi, nel non voler affrontare i problemi veri che colpiscono questa comunità, e non solo questa, in questo periodo storico. Giovedì mattina, come tutti i giovedì ho ricevuto il pubblico. E’ stata una giornata campale da tutti i punti di vista. Una giornata nella quale non si riesce a dare alcuna risposta alle ragazze madri che non percepiscono il sussidio, a quelli che hanno perso il lavoro, non si riesce a dare nemmeno un minimo di speranza a breve e medio termine. Ritengo che sia irriguardoso, lo dico a me stesso, non voglio coinvolgere alcuno, irriguardoso nei confronti di questa gente continuare con balzelli vari, continuare con la ricerca di posizionamenti e riposizionamenti, continuare con la politica del rinvio di atti assolutamente dovuti e assolutamente pacifici per un consesso deliberante e mi riferisco in modo particolare alla surroga e all’elezione della presidenza. Io a queste condizioni non sono più disposto ad andare avanti, perchè fare la processione e farla in prima persona con la croce addosso la si può fare una volta, una seconda volta, ma alla terza si finisce per cadere. Io preferisco cadere in piedi con dignità e con la coscienza pulita, con la possibilità di tornare a casa, guardarmi allo specchio e andare a letto tranquillamente. Preferisco farlo in questo modo, preferisco farlo al di fuori degli incontri interpartitici, preferisco farlo essendo sicuro di aver fatto tutto quanto era nelle mie possibilità per questa Città e di averlo fatto in un momento veramente difficile, con serietà (ma il giudizio poi spetterà a voi, ai cittadini) e di non mortificare ulteriormente la mai e l’altrui coscienza. Sono parole forti, lo vedete, non preparate, dette qui, nell’istintività del momento. A coloro i quali si sono preoccupati e si preoccupano in questi giorni ed in queste ore di adottare schermaglie con la sciabola, col fioretto, io dico che non serve. Era il momento in cui una classe dirigente avrebbe potuto qualificarsi per gli atti, più che per le parole. Abbiamo cercato di alimentare in maniera maldestra questa nuova cultura mediatica questa nuova politica fatta di social network e di altre cose. Ho letto: ‘il Sindaco deve prendere atto, delle richieste politiche, della politica con la P maiuscola, quella fatta di massimi sistemi’. Molto spesso sembra di assistere alle prime puntate di Porta a Porta, quando si cominciava. I tempi sono cambiati, i tempi richiedono risposte. Io ci ho sempre provato, l’ho sempre fatto in maniera schietta e diretta anche in questo Consiglio. Oggi credo che non ci siano le condizioni per andare avanti, ognuno si assuma le proprie responsabilità, il sindaco lo fa in questo momento, rappresentando a voi tutti quelle che sono le sue difficoltà personali, lo fa contro la volontà di gran parte della maggioranza che avrebbe voluto l’ennesima discussione, l’apertura di tavoli politici ecc. Bene, credo che questo non serva più. Questa esperienza, come dissi nella seduta del 14 giugno 2011, era condizionata affinchè si creasse uno spirito collaborativo, una volontà che pure c’è stata, ma che oggi viene meno. Viene meno nel momento in cui bisogna andare ad arricchire la maggioranza e questo per me è motivo di mortificazione. Una maggioranza che doveva qualificarsi e far si di arricchire le proprie fila anche in prospettiva futura. Non lo si è potuto fare questa sera, non lo si è potuto fare in altre occasioni. In questa emotività, quando c’è la mortificazione, credo che si debba per forza far ricorso al cuore più che alla ragione. Percui in questo momento rassegno nelle mani del Presidente del Consiglio e del Segretario Generale le mie dimissioni perchè sono convinto che anche questa sera avremmo dato un segnale ed uno spettacolo a questa Città che non è degno della sua situazione attuale ma non è degno neanche della sua storia politica”. Il Sindaco ha quindi ringraziato tutti i Consiglieri comunali, gli Assessori, il Vicesindaco il Presidente del Consiglio, ha salutato ed ha lasciato l’assise che subito dopo si è sciolta.

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