Mai sconfitta fu così dolce per l’Avellino: i lupi cadono al Druso ma si qualificano per la final four che vale la serie cadetta

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Michele De Leo – Sconfitta indolore per l’Avellino di Piero Braglia che perde per una rete a zero al Druso di Bolzano ma continua il percorso nei play off di Lega pro per effetto della vittoria per due reti a zero della gara di andata. Il tecnico degli irpini si affida ancora agli stessi uomini schierati nelle precedenti gare play off, con le eccezioni di Rizzo al posto dello squalificato Laezza e di Santaniello schierato al fianco di Maniero al posto di Fella, apparso stanco ed evanescente nella gara di andata. I lupi si sono difesi con ordine e, nel primo tempo, hanno tenuto a bada senza eccessivi patemi le sfuriate della squadra di casa, nonostante al 27esimo siano rimasti in dieci per l’espulsione, per doppia ammonizione, di Aloi. Il centrocampista irpino è stato troppo irruento e, senza subbio, ha meritato entrambi i cartellini. Peccato, però, che il signor Di Graci lasci troppo correre rispetto alle provocazioni dei giocatori di casa che, in più di qualche occasioni, si lasciano andare a colpi proibiti nei confronti degli avversari. Braglia corre ai ripari e mette in campo De Francesco per Santaniello: il centrocampista faticherà ad entrare in partita nello scampolo di primo tempo ma disputerà una grande seconda frazione. Si va all’intervallo sul risultato di parità, che sta benissimo all’Avellino. In avvio di ripresa sono ancora i padroni di casa a spingere, alla ricerca di una rete che riaprirebbe il discorso qualificazione. Il tecnico Vecchi manda in campo pure Odogwu al fianco di Fishnaller per provare a dare ancora maggiore peso in avanti. L’Avellino, però, nonostante l’uomo in meno, continua a difendersi con ordine anche se, rispetto alla prima frazione, rischia in più di un’occasione. Voltan dal limite manda di poco a lato, così come Odogwu di testa su calcio d’angolo. La conclusione dell’attaccante italo nigeriano stava per diventare un assist per Curto che arriva con un attimo di ritardo all’appuntamento con la sfera. I padroni di casa, però, ci credono e sul finale rischiano di riaprirla concretamente. Il Sud Tirol trova per due volte la rete, prima con Morelli e successivamente con Odogwu ma in entrambe le occasioni si alza la bandierina dell’assistente del signor Di Graci che consente ai giocatori biancoverdi di tirare un sospiro di sollievo. Appare netto, nella seconda occasione, il fuorigioco dell’attaccante italo nigeriano mentre Morelli, reo di essere rientrato in ritardo, potrebbe essere di millimetri oltre la linea dei difensori irpini. Non c’è il var e, stavolta, va bene così. Nel recupero, i lupi potrebbero addirittura passare: Bernardotto si invola tutto solo verso il portiere avversario ma vuole strafare, tenta il dribbling nei confronti di Poluzzi e si fa fermare. Trascorrono i sei di recupero decretati dal signor Di Graci ma si gioca ancora: la palla torna nell’area avellinese, un calciatore del Sud Tirol finisce a terra e l’arbitro decreta un calcio di rigore che, stavolta, non sembra esserci. Poche le proteste da parte dei biancoverdi anche perché la partita è già ai titoli di cosa. Casiraghi, tra i migliori dei suoi, si incarica della battuta: trova la rete nonostante l’estremo difensore biancoverde Forte intuisca la traiettoria della palla. L’arbitro concede la rete e simultaneamente fischia la conclusione del match: è festa per i lupi che sono in semifinale. Affronteranno la corazzata Padova che rischia tremendamente con il Renate e si salva grazia ad un tiro dal limite di Ronaldo a sette minuti dal termine dopo che gli ospiti hanno sfiorato, in più di un’occasione, la rete del poker che avrebbe chiuso definitivamente i giochi.