Maggioranza senza numeri ad Avellino, le vacanze estive mascherano la crisi

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La maggioranza diserta la seduta, e la prima convocazione del Consiglio Comunale di Avellino va a vuoto.

Come da pronostico, i presenti tra le fila della maggioranza erano solo due: Adriana Percopo e Gerardo Melillo.

Assenti anche il sindaco Paolo Foti ed il presidente del Consiglio comunale Livio Petitto.

Nessun colpo di scena a Piazza del Popolo rispetto a quanto ampiamente preventivato, dunque, con il voto sull’approvazione del Rendiconto 2016 e sul Piano di Zona che slitta in seconda convocazione.

Le ferie di molti consiglieri e del sindaco non hanno permesso all’Aula di far partire i lavori. Ma nei fatti, se questa è la versione ufficiale, il problema vero riguarda i numeri della maggioranza. L’amministrazione Foti, ben consapevole di non averne a sufficienza, ha preferito far slittare il tutto in seconda convocazione. Oggi, da regolamento, sarebbero serviti almeno 17 voti (la metà più uno dei consiglieri comunali) per approvare il documento economico, mentre in seconda convocazione basterà la maggioranza dei presenti in Aula.

A conti fatti, il Rendiconto 2016 dovrebbe ottenere il via libera con 13 voti favorevoli, ed anche domani ci saranno molte assenze e qualche astensione in modo tale da abbassare la soglia minima di approvazione e portarla a una quota raggiungibile, appunto 13 voti.

Per quanto riguarda il Piano di Zona, lo schema di convenzione che proporrà l’assessore Teresa Mele avrà comunque bisogno di almeno 17
voti, e in questo caso dovrebbe giungere a sostegno il gruppo di Festa, che si asterrà dal votare il Rendiconto ma garantirà il suo “si” al Piano di Zona.

Se dovesse filare tutto liscio, l’amministrazione avrà ben poco da festeggiare. I voti favorevoli che arriveranno sul Rendiconto restituiranno la cifra su quanti consiglieri potrà fare affidamento il sindaco Foti fino al termine del mandato. E si tratterà di numeri bassi (a fronte di una maggioranza composta da 23 consiglieri) che di certo obbligheranno l’amministrazione a questi sotterfugi ogni volta che dovrà approvare un argomento delicato.

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