L’Avellino non è una Ferrari e nemmeno una cinquecento, ma una Maserati che pian piano sta prendendo velocità, cercando di allontanarsi dalle sabbie mobili della bassa classifica, da quella zona a rischio in cui tanti lo avevano collocato senza alcuna speranza di salvezza. Invece Campilongo come il più abile stratega è riuscito a rialzare la squadra in poco più di un mese, in attesa di recuperare quegli elementi che possono permettergli di lavorare integralmente sulle sue idee. Un trittico di incontri che definire importante sarebbe poco. Piacenza, Rimini e Parma ago della bilancia per capire l’US ‘d’emergenza’ dove può arrivare in attesa di un futuro migliore e di una rosa più ampia che possa permettere maggiori soluzioni, soprattutto per quanto concerne la batteria avanzata. 270’ per spiccare il volo ed arrivare al derby con la Salernitana nella condizione mentale giusta. E senza gridarlo ai quattro venti sperare – visto anche il calendario poco agevole dei cugini granata- nel tanto agognato sorpasso. Fatto sta che questo lupo, nonostante le difficoltà sorte a causa di infortuni e squalifiche sta veramente stupendo tutti. Sabato ennesima prova di carattere, altro risultato ottenuto grazie alla forza del gruppo e allo spirito di sacrificio. Il punto arrivato contro l’ex Sonetti ha dimostrato ancora una volta come questa squadra sia rinata e soprattutto come abbia iniziato a credere nei propri mezzi. Un campionato, quello dei biancoverdi, iniziato con l’avvento del tecnico napoletano capace di ottenere 11 punti in 7 giornate e di rimanere imbattuto. Numeri di sicuro importanti per un allenatore alla prima esperienza in cadetteria. Un 11, quello plasmato dal partenopeo, capace di fermare le corazzate Brescia, Mantova e Pisa, di vincere addirittura con il Bari – altra compagine candidata al salto di categoria – e di sbancare con caparbietà il campo della sorprendente Ancona. È l’Avellino dei lottatori, dei guerrieri, dei combattenti, privo dei suoi ‘maghi’ Mesbah e De Zerbi e della qualità dei giovani Szatmari e Koman. Una squadra che con il rientro di questi giocatori avrà sicuramente una marcia in più: “Campilongo va solo applaudito per l’ottimo lavoro svolto – sono queste le prime parole di Vincenzo Riccio, vecchio centrocampista biancoverde che attualmente vive da separato in casa con la Cavese – è l’uomo giusto al posto giusto. In una situazione delicata e difficile come quella dell’Avellino non poteva essere fatta scelte migliore. Un grande motivatore, un uomo preparato. Conosce l’ambiente e questo non è stato un vantaggio da poco. Io non sono assolutamente sorpreso dagli ottimi risultati che sta ottenendo. Ero sicuro che avrebbe fatto bene”.
Una squadra rivoltata come un calzino che è riuscita a passare dal ‘passivo’ in classifica all’essere fuori dalla zona a rischio in pochissime settimane…
“I numeri dicono questo, anzi ritengo che con le prestazioni offerte fino a questo momento dalla squadra qualche punto in più in classifica sarebbe stato giusto. Il calendario fino a questo momento ha messo i lupi di fronte a diverse candidate per la lotta alla promozione in serie A ed i sei punti ottenuti potevano essere sicuramente di più. A Mantova e Pisa l’Avellino meritava l’intera posta in palio”.
Undici punti ottenuti in sette gare con un attacco che può contare al momento soltanto su Aubameyang e Pellicori, con quest’ultimo tra l’altro a mezzo servizio…
“Questo è un dato importante. Il motivo per cui il tecnico deve essere elogiato si rispecchia in questo fattore. Per un allenatore che fa del suo credo il 4-3-3 non era assolutamente semplice trovare altre soluzioni. Invece lui l’ha fatto adattando il modulo agli uomini. Questa è dimostrazione di preparazione e di competenza”. Continua parlando del capitano biancoverde: “Alex lo conosco da una vita. L’ho visto praticamente crescere quando ero a Cosenza. Io giocavo in prima squadra, lui era un punto di forza della Primavera. Ha grande qualità e forza fisica. Penso che in questo momento vada soltanto sostenuto perché sta dimostrando, con tanti acciacchi, di essere fedele a questa maglia. Penso che lui Di Cecco e Gragnaniello nonostante la giovane età siano elementi fondamentali in questo organico”. Campilongo attende ancora De Zerbi… “Questa è un’assenza veramente pesante perché De Zerbi è un calciatore in grado di vincere le partite da solo. Un elemento che può trovare sempre il colpo ad effetto e in qualsiasi momento cambiare le sorti dell’incontro, quando rientrerà i tifosi potranno veramente divertirsi”.
L’anno buono per la salvezza?
“Sicuramente. Sono convinto che quest’anno l’obiettivo sarà raggiunto con largo anticipo. Pugliese ha tratto insegnamento dai soliti errori di partenza, sbagli commessi anche negli anni in cui c’ero io. Però è stato bravo a invertire la rotta, creando questo binomio Maglione-Campilongo. Sono stati finalmente scelti gli uomini giusti, senza affidarsi a tanti che negli ultimi anni di B non sono riusciti a dare nessun contributo in termini di risultati e in termini di patrimonio. Può essere aperto un ciclo. Adesso spero che la proprietà decida di sanare al più presto la frattura con i tifosi perché c’è bisogno di ritrovare l’unità prima del derby con la Salernitana”.
ALLA RIPRESA
Assente il tecnico Salvatore Campilongo. L’allenatore dei biancoverdi impegnato nel master di Coverciano tornerà nel pomeriggio di domani. L’ungherese Szatmari si è riaggregato al gruppo, mentre Ascenzi e Koman dovrebbero essere arruolabili per l’incontro con il Rimini. Ancora out Mesbah e De Zerbi, probabile che i due tornino al massimo della condizione per il derby del 13 dicembre con la Salernitana. Le buone notizie arrivano dal brasiliano Babù che dopo l’intervento al crociato oggi ha ripreso a correre. (di Sabino Giannattasio)
Redazione Irpinia
Testata giornalistica registrata al tribunale di Avellino con il n. 422 del 21.5.2014
- Redazione – Via Dell’Industria snc – Pietradefusi (AV)
- 082573384
- redazione@irpinianews.it