Lo spettro commissariamento ha assunto le sembianze di un incubo in carne ed ossa. Lioni, dopo otto anni di gestione D’Amelio e la breve parentesi targata Salzarulo, passa sotto il controllo prefettizio. La decisione, quella che tutti temevano, è arrivata nella tarda mattinata di ieri a conclusione dell’assise che avrebbe dovuto approvare il bilancio. E invece così non è stato. Nessuna mediazione, nessuna ‘spedizione di pace’, nessun documento, è riuscito a sventare quell’offensiva da tempo annunciata. La politica dell’equilibrio non ha retto di fronte ad un malessere (nato all’indomani della nomina del consigliere Rodolfo Salzarulo a vicesindaco e facente funzioni di primo cittadino, ndr) che ha scavato un solco profondo all’interno del centrosinistra lionese. La minoranza e i tre dissidenti Nicola Di Paolo, Carmine Perna e Alfonso Quagliariello hanno bocciato, dunque, il piano economico sancendo, così, lo scioglimento dell’amministrazione comunale. Un epilogo che per molti non ha riservato nessuna sorpresa. O forse sì. “Gran parte della maggioranza era assente – precisa Carmine Perna – Vicesindaco compreso che ha preferito prendere parte ad una conferenza piuttosto che decidere del futuro di Lioni”. Strategia o impossibilità reali? Sono in molti a chiederselo. Ma la legge dei numeri non ha concesso rinvii. Neppure il documento a firma di Ds e Margherita -“Chi dovesse votare contro il bilancio, determinando lo scioglimento di questa amministrazione, avrà oggettivamente separato il proprio percorso non solo dall’amministrazione che oggi regge le sorti di Lioni, ma dal centrosinistra in ogni sua prospettiva politica anche futura, a partire dalle elezioni del prossimo anno”- ha fatto breccia nel cuore degli ex. “Più che un invito mi sembra un ricatto – continua Perna – Come possono due partiti arrogarsi il diritto di decidere in nome dell’intero centrosinistra?”. Ma nella guerra delle ragioni, restano quantomai significative le parole dell’ex sindaco, Rosetta D’Amelio: “La politica è stata sconfitta da problemi localistici. Credo che a Lioni si sia verificato un grave errore politico che segnerà negativamente il suo futuro, a cominciare dall’inevitabile immobilismo che ne seguirà”. (di Marianna Morante)
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