“Finalmente la nuova politica”. Così inizia l’intervento dell’ex consigliere comunale di Avellino, Leonida Gabrieli per ironizzare sulla situazione politica che si è venuta a determinare in casa Pd.
“Si è avuto modo di dire della drammatica marginalità di Avellino e Provincia nello scenario politico regionale e nazionale – aggiunge – Ma quando a ciò si aggiunge la farsa dei partiti locali, dei quali alcuni protagonisti meglio figurerebbero in un teatro di avanspettacolo, non solo si realizza quanto questi siano la causa di quella marginalità, ma il baratro nel quale ci conducono. Sicché la marginalità diventa inutilità sulla pelle, come si suole dire, dei “cittadini”. Gli stessi “cittadini” che avrebbero dovuto essere, nelle declamazioni pre-elettorali, il centro della attività politico-amministrativa, tanto da ridare loro sogni e diritti. Ma così non è stato. Così non è. Così non sarà. I sogni, per chi ancora ne ha voglia, saranno incubi. I diritti, dei quali non è dato sapere la natura, resteranno chimere. Come facciano, poi, i sogni a stare insieme ai diritti è un’alchimia pubblicitaria tutto da interpretare. Ed è arduo. Insomma, il vuoto. A parte, infatti e ad essere generosi, una sorta di stagnazione che avvolge la Città e la Provincia e della quale avremo modo di dire, l’ultimo spettacolo lo offre il congresso regionale del Partito Democratico. Bastino due esempi. Entrambi offensivi per una comunità. Da una parte, le vecchie logiche di Enzo De Luca, dall’altra le dichiarazioni durante la presentazione della sua “squadra” fatta da Guglielmo Vaccaro. Questi, quanto ai brogli ed alle irregolarità (che sono di casa nel PD Campano) nella presentazione delle liste, ha dichiarato «Purtroppo il partito a Napoli vive nel disordine. Il 17 febbraio la prima cosa che faremo sarà chiedere scusa ai cittadini per il brutto spettacolo offerto. A partire da quel giorno, sia chiaro, si farà come nelle famiglie, si rispetteranno le regole. Non si può andare avanti con questa sciatteria napoletana».
Orbene, prescindendo dal fatto che chiedere scusa ai cittadini è una canzonatoria moda alla quale non l’On. Vaccaro non si sottrae, è da chiedergli, a lui che parla di regole, dove fosse, ad esempio, quando, con l’aiuto anche del suo maggiore supporter lettiano e renziano all’occasione Raffaello De Stefano, Enzo De Luca annullò le primarie per imporre Foti a candidato sindaco e che a cascata ha prodotto De Stefano Presidente dell’Alto Calore; dove fosse durante la barbarie consumatasi alle primarie per il candidato segretario nazionale; cosa ha finora fatto per evitare la sciatteria napoletana. Avesse evitato di dire, mutuando altri personaggi, che la prima riunione, se eletto segretario, la terrà ad Avellino, avrebbe già evitato di svelare l’alto concetto che ha degli avellinesi e dato un timido segnale di novità. Quanto a Enzo De Luca, che dire! Che si può dire di più di quanto dica il Nostro in sé. Dopo il tradimento di Foti e De Stefano che più hanno beneficiato dei suoi metodi tribali (Foti, sindaco imposto che si copre inutilmente con foglie di fico, e De Stefano, l’Uriah Heep della politica locale, presidente di quello strumento clientelare che è l’Alto Calore) e che non hanno esitato a scaricarlo, ha ripetuto il solito cliché per dividere e … porsi come unico riferimento dell’area Renzi. Esempio ultimo? La rottura pericolosa con Petitto e Festa. Comunque, lo spettacolo continuerà. E’ garantito. Troppi interessi personali ed ambizioni smodate giocano sullo scacchiere della politica locale. Alla faccia dello stato comatoso in cui versiamo. Eppure qualcuno che ebbe a dire con troppa disinvoltura: “Ora è il momento di fare squadra, fra di noi, innanzitutto, e con i cittadini. Dobbiamo riscoprire il senso profondo dell’essere comunità, per muoverci nella stessa direzione, per realizzare gli stessi obbiettivi. Solo così sogni e diritti saranno di nuovo nostri”. Nostri di chi?”.
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