Librerie, “Mondadori” mercoledì avrebbe alzato la serranda. “Sarà difficile ripartire dopo due mesi di stop”

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Alfredo Picariello – La serranda l’avrebbe tirata su mercoledì. Un giorno dopo la riapertura prevista dal Governo. La giornata di domani, martedì, Assunta D’Amore – titolare del “Mondadori bookstore”, accorsata libreria di Avellino – l’avrebbe utilizzata per mettere in sicurezza il locale e per trasformare il suo negozio in una sorta di “oasi” nel lockdown a causa dell’emergenza coronavirus. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha però bloccato tutto: librerie chiuse, come in Lombardia, a differenza di quasi tutto il Paese.

“Ero pronta a partire per mercoledì – ci dice Assunta -. Mi ero riservata la giornata di martedì per mettere in sicurezza la libreria. E saremmo ripartiti”.

La titolare della libreria, che ad ottobre festeggerà i “primi” dieci anni di attività, aveva pensato tutto nei minimi dettagli per la messa in sicurezza. “Avevamo previsto lo schermo protettivo davanti alla cassa, la sanificazione, avevo immaginato un percorso di sola entrata e uno di uscita, dispenser all’ingresso di igienizzante per mani, ingresso obbligatorio con mascherina, accesso limitato e distanziamento sociale sia tra personale che tra personale e utenti”.

Assunta preferisce non fare polemiche. E’ preoccupata soprattutto per il futuro. “Non sarà facile ripartire dopo due mesi di chiusura”, ci dice. Glissa su De Luca, più che altro prende atto della decisione del Governatore.

“Al di là di ciò che penso, della giustezza o meno della decisione di De Luca, quel che credo è che sarà difficile per tutti ripartire dopo due mesi di fermo e spero vivamente che questo non si trasformi in un bagno di sangue per tutti. Faremo il possibile perché ciò non accada. Speriamo di ripartire tutti insieme e presto. Abbiamo perso tanto dal punto di vista economico”.

“Mi auguro, sinceramente, che le istituzioni non dimentichino il sacrificio di tutti. Noi continuiamo a restare a casa per il bene comune. Ma i sacrifici non devono essere vanificati”.