Chi non ha mai dimenticato qualcosa in albergo alzi la mano. Qualcuno probabilmente starà pensando al portafogli lasciato in camera in quel viaggio a Katmandù o magari alla macchina fotografica, con le foto della luna di miele, dimenticata bellamente in un albergo delle Maldive. Se ancora vi state disperando per le perdite subite consolatevi, c’è chi ha fatto di peggio: secondo un sondaggio effettuato dal Daily Telegraph c’è chi, in albergo, ha dimenticato persino la testa…o quasi.
In una lista che farebbe invidia ad un ‘freak show’ itinerante, ecco cosa hanno dimenticato nelle loro stanze i viaggiatori più distratti.
In cima alla lista delle strane dimenticanze c’è la gamba di legno: sia la catena di alberghi Travelodge che Swallow Hotel, nel giro di un anno, avrebbero ritrovato un totale da ‘guinness dei dimenticoni’ di ben 80 gambe finte.
Ma le ‘parti anatomiche’ dimenticate non finiscono qui. I denti finti lasciati nel bicchiere della ‘vittima’ potrebbero sembrare un vecchio scherzo da bontemponi, ma sono invece diventati il soggetto di una delle storielle più raccontata al bar del Novotel London Tower Bridge: un cliente avrebbe lasciato la dentiera in un bicchiere di vino, probabilmente alla fine di una serata ad alto tasso alcolico, senza però fare più ritorno per riprenderla. A volte, nelle cose che dimentichiamo, anche l’inconscio può giocare brutti scherzi: in un albergo inglese, un cliente sarebbe ripartito dimenticando in camera l’urna con le ceneri della suocera…pare che sia stata la moglie poi a venire a riprendersele.
In un albergo scozzese qualcuno invece avrebbe dimenticato qualcosa di meno macabro: una pecora gonfiabile. Restano ancora misteriosi, proprietario e usi del gadget. Tra i ritrovamenti a prova di infarto invece, anche un cavallo (vero!), un pitone di due metri, un lucertolone di nome Humphrey, una vedova nera, un occhio di vetro e uno scheletro di plastica a grandezza naturale.
Che cosa ci facessero queste cose nelle varie stanze e come possa essere stato possibile dimenticarle non è dato sapere. Ma se qualcuno si chiedesse dove vanno a finire tutti questi ‘cimeli’, la risposta è meno misteriosa: sembra infatti che quelli che non vengono consegnati alla polizia, se dopo sei mesi nessuno viene a reclamarli, vengano dati ai vari enti di beneficenza. Per la ‘gioia’ di chi poi li riceverà.
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