Lavoro e determinazione premiano Boniciolli: è il coach dell’anno

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Prima grande consacrazione per Matteo Boniciolli. L’head coach dell’Air Avellino è stato infatti premiato come allenatore dell’anno della serieA Tim, succedendo così a Simone Pianigiani della Montepaschi Siena. Un premio quantomai meritato per chi, con pazienza e tanto lavoro, è riuscito a costruire una squadra eccezionale, che esprime forse il miglior gioco in Italia e che soprattutto è dotata di uno spirito vincente. Coadiuvato dall’esperienza di Tonino Zorzi e dall’indubbia validità di collaboratori come l’assistente De Gennaro e il preparatore Maurizio Maietta, Boniciolli è riuscito a donare alla città di Avellino il primo trofeo per una squadra di club della sua storia portando, almeno per una volta per un qualcosa di positivo, il nome del capoluogo irpino sulla bocca di tutti. Ci è riuscito innanzitutto scegliendo i giocatori giusti, non lasciandosi condizionare dalle ‘mode’ del momento che vorrebbero una squadra fatta di soli ‘all around’ ma affidandosi ad un play e ad un centro di ruolo, nel solco della tradizione. E’ qui che Matteo poggia le basi del suo successo: con Green e Williams è riuscito a creare una spina dorsale invidiabile per qualsiasi team di media fascia europeo. I due non sono solo una macchina da Pick and Roll, ma rappresentano anche il Dna del gioco dell’Air. Ma non è tutto. Boniciolli tra i dubbi di molti ha creduto con insistenza e testardaggine in gente troppo in fretta ‘scaricata’ dal grande basket, come Radulovic, Righetti e lo stesso Smith, finito nel dimenticatoio dopo la discreta esperienza a Virginia state e andato a pescare dal coach nei bassifondi della lega Acb spagnola. Da signor nessuno, ora Devin è oltre che uno dei migliori marcatori del campionato uno dei suoi protagonisti più talentuosi, freddi ed eleganti. Il vero capolavoro di Boniciolli, però, è nel gioco che è riuscito a donare alla sua creatura. Un gioco che, con il passare del tempo, si è evoluto fino a diventare poliedrico, pluridimensionale, capace di seguire sia le letture dei suoi magistrali interpreti che di adeguarsi agli avversari. Se ce ne fosse ulteriore bisogno, il premio di allenatore dell’anno è l’ennesima testimonianza di una stagione praticamente perfetta e, per certi versi, irripetibile. “Una stagione e una squadra che mi hanno fatto tornare la voglia di allenare” ha detto in passato lo stesso Boniciolli. Ora, con i playoff e l’obiettivo-Eurolega da provare a centrare, il coach potrà mettere nuovamente in campo tutto se stesso, attraverso una squadra che porta e porterà indelebilmente la sua firma in calce. (Giu.Mat)

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