AVELLINO- Non e’ stato un semplice discorso da cerimonia quello del colonnello Domenico Albanese. Del resto in ogni occasione pubblica il comandante provinciale dell’ Arma appare sempre poco scontato e soprattutto estemporaneo. Quello a Rione Mazzini, in un’occasione come la celebrazione dei 211 anni dell’Arma non poteva essere altrimenti. Albanese ha voluto percorrere i due anni in Irpinia e abbracciare soprattutto i volti e le persone che sono al fianco dell’Arma, dai cittadini al mondo della cultura. In un discorso che ha ricostruito la rete dei rapporti di un’ Arma in Italia e in Irpinia lodando il lavoro dei 7 comandanti di Compagnia e 77 comandanti di Stazione e di ogni militare, il colonnello Albanese e’ stato certo che si puo’ definire ancora
“L’ Arma dei “figli del popolo”, come li chiamava Pasolini, l’ “Arma della fedeltà immobile e dell’abnegazione silenziosa come l’ ha definita Gabriele D’Annunzio, l’Arma di “Pane, amore e fantasia” di Luigi Comencini. L’Arma dei sentimenti materni descritti da Maurizio De Giovanni e disegnati da Marco lodola nell’ultimo calendario” Lo ha detto rivolgendosi in co nclusione del suo intervento direttamente a voi Carabinieri della provincia di Avellino.
LE PERSONE
Don Vito Tudisco e il suo lavoro nelle periferie e da rettore nella Chiesa di Rione Mazzini, quello da “buon pastore” come ha ricordato il colonnello Albanese, nonno Ermete di Montoro e zia Peppinella di San Andrea di Conza, due anziani che non sono caduti nella trappola delle truffe, gli Scout di Avellino I e IV, i ragazzi del centro “I terribili” di Valle, i bambini di “Alleniamo Talenti”, gli studenti in maglia verde, bianca e rossa delle scuole coinvolte, Giulia, premiata come alfiere della Repubblica dal capo dello Stato, suo papa’ Vito, insignito della Stella al Lavoro sempre al Quirinale, Asia, Carla e Maria Libera, le studentesse di Ariano Irpino che hanno riconsegnato un borsello con quindicimila euro. Sono le persone, le storie, i cittadini che l’Arma ha voluto al suo fianco nel giorno della celebrazione del suo 211° compleanno.
LE CITAZIONI
Khalil Gibran, Pierpaolo Pasolini, D’Annunzio, Maurizio De Giovanni, Leone XIV, Rosario Livatino, Sergio Matarella, Baden Powell, Sandro Pertini, Sant’Agostino ed il venerabile Salvo D’Acquisto. Nei venticinque minuti di intervento del comandante provinciale ci sono stati vari riferimenti al contributo di grandi protagonisti del novecento e del ventunesimo secolo.
IL RICORDO E LA STORIA DELL’ARMA IRPINA
La storia dell’Arma e quella dell’Arma irpina e’ contrassegnata da figure luminose. Dagli eroi di Podgora passando per Giovanni Elefante, ucciso da un latitante nel 1964 al quale è stata intitolata la stazione dei Carabinieri di Chiusano San Domenico, dove fu ucciso il 17 ottobre del 1964, mentre cercava di catturare il ricercato. Ma anche il maresciallo Francesco Pepicelli, a cui è stata intestata la stazione di Altavilla Irpina, atrocemente torturato per strappargli i segreti dell’organizzazione cui apparteneva, insieme ad altre 334 persone, il 24 marzo del 1944, venne ucciso nel massacro delle Fosse Ardeatine. Giuseppe Covino, il carabiniere di appena 28 anni di Roccabascerana tra le vittime dell’eccidio di Teverola in cui furono uccisi, per mano dei nazisti, 14 carabinieri e due civili. Albanese ha annunciato che il 30 giugno gli sarà dedicata la stazione dei Carabinieri di Monteforte Irpino.
IL RICORDO
Un minuto di raccoglimento per il maresciallo maggiore Luciano Perrone, scomparso due giorni fa, un lutto nel cui rispetto sono stati annullati anche i festeggiamenti dopo la cerimonia e tutti i militari scomparsi in questi mesi, affidati alla Virgo Fidelis.
Redazione Irpinia
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