Rispettato il fattore campo nella prima gara delle semifinali tra Roma e Avellino. In un parterre delle grandi occasioni (presenti, tra le decine di imprenditori, starlette e politici, anche il capitano dell’AS Roma Francesco Totti con la moglie Ilary Blasi e il capo della polizia Manganelli) i capitolini riescono ad agiudicarsi il primo round della contesa grazie ad una panchina enormemente più profonda e qualitativa e ad una difesa che ha completamente mandato fuori ritmo l’ ‘orologio’ biancoverde a partire dall’ingranaggio principale di tutto il meccanismo, Marques Green. L’imbarazzante gap fisico in favore dei romani, generalmente più alti, più grossi e più propensi ad usare il fisico in ogni ruolo, ha permesso a Repesa di sfoderare una difesa enciclopedica, che non ha praticamente mai concesso un tiro con spazio agli irpini ed è riuscita ad incanalare la partita sin dai primi possessi sui binari desiderati dalla squadra di Ukic, ovvero ritmi bassi, pochi tiri e zero contropiede. Non certo la pallacanestro della Scandone che, priva della transizione, si è lasciata sopraffare dai muscoli dei padroni di casa, che hanno alternato tutti i loro gioielli gestendo alla perfezione fiato, falli ed energie. Partiti proprio con Hawkins su Green, con un asfissiante lavoro di pressione gli esterni della Lottomatica sono riusciti ad annullare il radar del play biancoverde (solo 7 punti e 3 assist alla fine). ‘Smorzato’ Green la Virtus ha poi cercato di fare lo stesso con Williams, puntualmente raddoppiato in attacco e sfiancato in difesa, dove ha sofferto ancora più del previsto il continuo movimento orizzontale e verticale per seguire Lorbek, abile a portare via il centro proveniente da Wake Forest e lasciare spazio alle spettacolari penetrazioni di Hawkins. Proprio “The Hawk” e Lorbek si sono completati a meraviglia in entrambe le fasi di gioco, mostrando una sintonia e una capacità di lettura ammirata poche volte quest’anno. Alla fine i due confezioneranno 43 dei 68 punti totali della propria squadra.
Dicevamo della difesa: le 24 palle recuperate a fronte delle sole 6 palle perse sono in sintesi la statistica che spiega tutta la partita, con il lusso da parte della panchina romana di poter far rifiatare i vari Hawkins e Ukic mandando sul campo gente come Jabeer (capocannoniere del campionato greco e artista della palla rubata) e De La Fuente (veterano dell’Eurolega e ex capitano del Barcellona). L’assenza di Righetti, accusata pochissimo nella serie precedente dall’Air, è stata in questo senso il ‘macigno’ che ha condannato i lupi. Con la presenza del riminese sul parquet è evidente che si sarebbe assistito ad un altro match. Per rivedere Alex in campo bisognerà attendere almeno gara3 e fino ad allora Boniciolli sarà costretto a continuare a fare affidamento sulla zona e sullo schieramento con i 3 lunghi. Il coach dei lupi ha infatti schierato in più di un’occasione Radulovic da ‘3’ in compagnia di Burlacu e uno tra Campbell e Williams, disponendosi tantissimo con una zona 2-3 tutto sommato ben eseguita se si considera che si tratta di una soluzione usata pochissimo, quasi mai, dalla Scandone. Troppe amnesie dei lunghi ‘atipici’ Burlacu e Radulovic, però, sono costate carissimo, con i due che in più di un’occasione hanno lasciato completamente sguarnita l’area. Se a questo si aggiunge la serata di un Cavaliero ‘vecchia maniera’, quello sconclusionato e confusionario, il risultato pare scontato.
Eppure, malgrado il numero ridotto delle rotazioni, il doversi adeguare a tutti i costi ad un gioco non proprio e la serata ‘no’ di quattro quinti dello starting five (il solo Smith si guadagna il 7 pieno in pagella) e di Burlacu, l’Air è rimasta in partita fino a 11 secondi dalla fine e nel terzo quarto era addirittura avanti di due possessi pieni.
Tutto sommato un affare per Boniciolli, che ha comunque potuto ammirare una squadra combattiva e mai doma, supportata alla stragrande da una ‘muraglia’ biancoverde di oltre 1500 irpini.
Per la Scandone una palla goal ghiottissima quella capitata in gara 1, con la Lottomatica autrice di raccapriccianti percentuali di tiro (pare difficile infatti che Roma torni a tirare così male sul proprio campo, 14%da 3 e 37%da 2): un occasione che poteva essere sicuramente sfruttata meglio per provare a chiudere l’incontro ma che la difesa romana è stata abile ad annullare causando tre palle perse consecutive. Guardando il bicchiere mezzo pieno (da evidenziare i continui progressi di un Marcus Campbell decisamente più in palla di Williams con due lunghi accanto) c’è da essere ottimisti per il prosieguo della serie, che si annuncia lunga ed equilibrata. Delle discutibilissime (e inguardabili) scelte di Cavaliero e Burlacu, oltre che alla maiuscola prova di una Roma capace di fermare a quota 63 punti segnati una squadra che in trasferta va spesso e volentieri sopra i 90, hanno condizionato gli ultimi decisivi possessi della squadra, ma è ingiusto e assolutamente sbagliato buttare la croce su due cestisti autori comunque di una notevole serie con Capo D’Orlando. In 48 ore c’è tutto il tempo per migliorare e adeguarsi a giocare contro una squadra che per caratteristiche e gioco rappresenta l’arcinemesi della Scandone.
La cronaca: Roma parte con Ukic, Hawkins, De La Fuente, Gabini e Lorbek. La Scandone si affida nuovamente a Cavaliero come sostituto di Righetti nello starting five, con gli altri quattro spot occupati da Green, Smith, Radulovic e Williams. L’avvio è tutto per i padroni di casa, trascinati da Lorbek e Hawkins, autore di mostruose giocate offensive anche grazie alla poca vena difensiva di Radulovic. Boniciolli prova a spronare i suoi (timeout sul 12-8 dopo 7’) e dopo l’ennesima schiacciata di prepotenza del moro di Roma l’Air torna sotto, riuscendo a chiudere il quarto sotto di 4 (19-15 dopo 10’). Nella seconda frazione la Scandone parte fortissimo grazie ad un ottimo Campbell e mette a segno un parziale di di 2 a 6 in poco più di un minuto che obbliga Repesa al timeout sul 21 pari. La difesa di Roma si alza ben oltre la metà campo ma è Radulovic con un ottimo attacco contro press a dare il primo vantaggio ai lupi. La partita si muove su ritmi bassissimi, indigesti ai biancoverdi. Il tipo di pallacanestro ammazza il ritmo degli ospiti e Lorbek, sempre in agguato, chiude due giochi da tre punti consecutivi che fanno molto male all’Air. (28-23 dopo 15). A questo punto si scatena il solito, fenomenale Devin Smith, che con 9 punti in fila, intervallati da 2 punti di Lorbek, firma il nuovo +1 biancoverde. L’ultimo possesso viene tramutato in punti troppo facilmente da Ukic, che con un comodo lay-up manda tutti al riposo lungo sul 34-33. Sul campo c’è grandissimo equilibrio, ma è evidente che il tipo di gioco è più congeniale agli uomini di Repesa. Gli irpini paiono imbrigliati e basta una veemente accelerata di Hawkins per spostare nuovamente l’inerzia (43-41dopo 25’). Ancora Smith, con una spettacolare bomba in uscita dai blocchi dalla parabola altissima, regala il + 1 ai suoi. Qui la Scandone prova a svoltare, lanciandosi avanti addirittura di 6 punti. Delle notevoli serie difensive romane impediscono agli irpini di scappare ed è in apertura della quarta e decisiva frazione che uno stoico Stefansson mette a referto 2 triple, che accompagnate a quella di Gabini valgono 9 punti in 50 secondi. I biancoverdi non si scompongono e con Campbell si rifanno sotto, per poi ritornare sul +1 con il solito tiro da 3 dell’incredibile Lisicky. La stanchezza, la confusione e la grande difesa di casa mandano ancora fuori di testa gli irpini e specialmente la coppia Cavaliero-Burlacu, che tra ‘cross’ degni del miglior Totti (presente in parterre con Signora) e penetrazioni fantasiose fanno più danni della grandine. La vecchia volpe De La Fuente ne approfitta e con 4 punti in fila chiude di fatto la contesa.
68-63 il finale di una partita intensa ma non certo spettacolare. Al “Del Mauro” per vincere la Scandone dovrà passare dal ”lento” di gara 1 ai ritmi della “samba” biancoverde. Il tutto esaurito c’è già, la convinzione di poter arrivare fino a gara 5 anche: tra meno di 48 ore si avrà il verdetto.
(l’inviato Giuseppe Matarazzo)
Tabellini: Lottomatica Roma 68 – Air Avellino 63
(17-15, 34-33, 46-49)
Lottomatica Virtus Roma: Giachetti, Aradori, Fucka 1, Tonolli, Jaaber 1, Stefansson 3, Lorbek 20, Hawkins 23, Crosariol 2, De La Fuente 6, Gabini 7, Ukic 5. All: Repesa
Air Scandone Avellino: Green 7, Radulovic 7, Smith 24, Sakellariou, Righetti, Cavaliero, Lisicky 5, Paolisso, Napodano, Williams 9, Burlacu 3, Campbell 8. All: Boniciolli
Arbitri: Lamonica, Pozzana e Reatto