La verve di Biagio Izzo in scena al Gesualdo di Avellino

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Il week end al Teatro “Gesualdo” di Avellino sarà all’insegna delle risate e delle gag assicurate da uno dei più brillanti attori comici sulla scena. Biagio Izzo, tra i più attesi protagonisti della stagione promossa dal Teatro Pubblico Campano, porterà sul palcoscenico del Massimo avellinese “Bello di papà”, una commedia scritta da Vincenzo Salemme nel 2006, epoca in cui in tutto il mondo occidentale arrivavano i primi segnali della crisi economica che ancora oggi si fa fatica a superare.

La produzione dello spettacolo è firmata Teatro Cilea di Napoli in collaborazione con Pragma, per la regia dello stesso Salemme, e vedrà alternarsi sul palcoscenico, a fianco di Biagio Izzo, Mario Porfito, Domenico Aria, Adele Pandolfi, Yuliya Mayarchuck, Rosa Miranda, Arduino Speranza, Luana Pantaleo.

Antonio Mecca, il dentista protagonista della commedia, rappresenta, ovviamente in versione decisamente comica, il travaglio sociale, economico, psicologico di una gran parte della cosiddetta generazione dei cinquantenni, che dall’inizio di questo millennio viene messa in discussione ogni volta che la politica si deve occupare delle programmazioni finanziarie.

Izzo interpreta il classico uomo che ha raggiunto una posizione sociale, ma che allo stesso tempo la sente, questa posizione, vacillare sotto i colpi del cosiddetto “nuovo che avanza”. E il “nuovo che avanza”, per la sua generazione, sono appunto i giovani che vogliono prendere i posti di comando. Antonio ha paura di ogni novità, è un vero conservatore, conservatore di danaro, ma soprattutto conservatore di affetti. Profondamente sarebbe un buono, ma costantemente ha paura di essere fregato, è forse per questo che non si è mai sposato, è forse per questo che adesso sta con una bellissima ragazza ucraina, che gli piace da morire, ma che allo stesso tempo teme come un ingombrante invasore, invasore della casa e soprattutto del conto corrente perché Marina, l’ucraina, vorrebbe costruire una famiglia con Antonio, Marina vorrebbe soprattutto (questa la cosa più terrificante e spaventevole per il nostro dentista) dei figli.

Antonio teme i figli più di ogni altra cosa perché i bambini sono di un egoismo assoluto e lui, egoista per paura, questo proprio non può accettarlo.

E’ così che nasce l’idea di questa commedia, da questo paradosso: un uomo che non vuole avere figli costretto a ricevere in casa un suo coetaneo che ha bisogno di ritornare ad essere un figlio. Nel paradosso di questo scontro generazionale tra due uomini della stessa età forse si nasconde quello che appare un finto problema. “Penso che l’età ci distingua gli uni dagli altri – spiega Vincenzo Salemme, l’autore della commedia – , ma altrettanto fermamente credo che dal punto di vista sociale l’età sia soltanto una convenzione. Credo che dividere i cittadini tra giovani ed anziani sia un vecchio modo di intendere la politica. Penso che esistano piuttosto le persone e che ogni persona abbia il diritto e il dovere di salvaguardare il proprio benessere sociale e spirituale”.

Come sempre ci sarà un doppio appuntamento: sabato 28 gennaio, alle ore 21 (abbonati rassegna RED turno A) e domenica 29 gennaio, alle ore 18.30 (abbonati rassegna RED turno B).