31 ottobre. La data della svolta. Una svolta che ha mostrato i primi raggi di luce due giorni fa, quando in seduta d’assise la presidente della Provincia, Alberta De Simone, ha reso ufficiali i nomi delle cinque cave che hanno decretato la salvezza del Formicoso. Ieri mattina, poi, l’esposizione accurata dell’analisi delle motivazioni che hanno indotto la commissione di esperti alla difficile scelta. Prima di dare inizio ai sopralluoghi e dopo aver preso visione della documentazione tecnica, l’equipe di esperti ha deciso di adottare una metodologia di valutazione dell’idoneità dei siti in modo da poter procedere con obiettività all’individuazione delle cave ritenute meritevoli di approfondimenti. E nel territorio ne sono state individuate circa 120, prese in considerazione adottando 7 criteri: caratteristiche geologiche, idrogeologiche e geomorfologiche; capacità d’invaso; gestibilità delle operazioni di cantierizzazione e di coltivazione; accessibilità del sito; distanza dai centri abitati; vicinanza con altri siti adibiti a discariche autorizzate o abusive. Cinque quelle che hanno risposto ad i requisiti richiesti: Savignano Irpino, località “Ischia”; Ariano Irpino, località “Tesoro”; Sant’Angelo dei Lombardi, località “Scannacapre”; Lacedonia, località “Serra San Giorgio”; Baiano, località “Fontana Vecchia”. E la presidente spiega, allora, il perchè di Savignano: “Secondo il resoconto degli esperti la cava in argomento interessa una potente ed estesa coltre di argilla, elemento naturale che conferisce al terreno un alto grado di impermeabilità. E’ una zona coltivata ad anfiteatro a servizio di una fornace abbandonata e semidistrutta di notevoli dimensioni. Le operazioni di approntamento del cantiere dovranno, naturalmente, prevedere la demolizione dei ruderi della fornace ma nel complesso non sembrano esserci altri problemi. Inoltre mi sembra d’obbligo ribadire un importante concetto: la cava, in questo modo, non ospiterà rifiuti ma frazione organica stabilizzata, vale a dire sostanze che contribuiranno alla ricomposizione della cavità esistente”. Insomma, non esistono pericoli ambientali e sarà lo stesso territorio a trarre da questa operazione il proprio ‘guadagno’. Ma il resoconto della situazione non serve a tranquillizzare il primo cittadino di Savignano, che ha già preso i dovuti contatti con la De Simone e si sta impegnando ad opporsi ad un provvedimento che non intende approvare. “Comprendo la questione della psicosi – afferma il numero uno di Palazzo Caracciolo – e comprendo anche l’opposizione del sindaco. Ma non avrei dato atto ad una scelta di tal portata se non fossi stata sicura della positività dell’operazione. Savignano sta rendendo un grande servizio all’intera provincia. L’Irpinia deve prenderne atto”. Non dello stersso avviso, invece, nei confronti del primo cittadino di Bisaccia, Marcello Arminio: “Avrebbe forse voluto una discarica sul Formicoso? Condanno e respingo le sue dichiarazioni. Un primo cittadino dovrebbe provvedere all’immondizia e non strumentalizzarla per farne pubblicità”. Ma, polemiche a parte, appare giusto rimarcare un concetto che non va dimenticato: Savignano non diventerà mai una discarica, ma solo la salvezza dell’Irpinia.
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