La Procura contesta l’omicidio agli imputati del brutale pestaggio di Paolo Piccolo

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AVELLINO- Omicidio volontario. La Procura di Avellino si prepara a riformulare il capo di imputazione nei confronti dei sette imputati, fino a qualche giorno fa di tentato omicidio, per il brutale pestaggio di Paolo Piccolo. La morte del detenuto ventiseienne, deceduto al Moscati dopo un anno di agonia a causa del brutale pestaggio subito in carcere nell’ottobre 2024 aggrava infatti le contestazioni nei confronti dei sette imputati a processo davanti al Tribunale Collegiale di Avellino. Il processo sara’ trasferito in Corte di Assise con la più grave contestazione di omicidio volontario. A processo ci sono Crisci Sabato Francesco (20 anni, Baiano), Oswegie Nelly (37 anni, Nigeria), Tarallo Valentino (32 anni, Napoli), Milo Pasqualino (43 anni, Salerno), Luigi Gallo (classe 1986, Napoli), Luciano Benedetto (43 anni, Napoli) e Flammia Giovanni (28 anni). Gli imputati sono difesi dagli avvocati Antonio Falconieri, Lucio Coppola, Fabio Gentile, Francesco Liguori, Antonio Izzo, Domenico Dello Iacono, Dario Carmine Procentese, Vincenzo Rispoli, Antonella Senatore, Angelo Peccerella, Gerardo Santamaria, Eduardo Izzo. Per loro nei prossimi giorni le nuove accuse della Procura di Avellino, il pm che ha coordinato le indagini e segue l’istruttoria e’ il sostituto procuratore Luigi Iglio.
La terribile aggressione era scattata intorno alle 22.15 circa del 22 ottobre scorso, quando tre degli undici destinatari della misura cautelare, armati di bastoni di legno, si erano introdotti nel box riservato alla Polizia Penitenziaria al primo piano del carcere, e avrebbero intimato ai due agenti della Penitenziaria: “dateci le chiavi del piano terra destro e non vi ammazziamo”, uno dei due agenti era stato spinto contro il muro e immobilizzato da due dei tre detenuti autori dell’aggressione. Cosi’ erano riusciti a sfilargli dalla tasca
alcune chiavi, tra cui quelle che facevano accedere all’apertura dei cancelli delle sezioni detentive del carcere. Non era finita, perché con schiaffi e spintoni, uno dei due agenti era stato costretto a salire al primo piano, nella sezione dove era detenuto Piccolo Paolo. L’altro agente era
costretto a rimanere nel box agenti e gli era stato impedito di intraprendere qualsiasi iniziativa per dare l’allarme.
Giunti al “primo piano destro”, dovee c’era la camera detentiva di Piccolo, una volta all’interno della stessa avevano iniziato a colpire ripetutamente il detenuto. Calci, pugni, schiaffi alla testa e in varie parti del corpo, anche usando oggetti acuminati e bastoni. Brutale violenza iniziata all’interno della cella e proseguita prima nel corridoio della sezione “primo piano destro”, poi nella zona antistante la sezione “piano terra destro” dove gli autori dell’aggressione erano detenuti e dove avevano trascinato con forza Piccolo. Alle accuse di tentato omicidio si aggiungono quelle di resistenza a pubblico ufficiale e di sequestro di persona, nei confronti dei due agenti.