La lettera aperta di Di Ninno(Prc-Fds) ai cittadini di Lacedonia

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Antonio Di Ninno, Segretario del circolo Prc – Fds di Lacedonia ai suoi concittadini:
“La costruzione di un Partito comunista di massa che vada oltre il 2012 è un’impresa ardua ma non impossibile. La società futura non può e non deve essere quella imposta dal modello imperialista del capitale. La globalizzazione del mercato, della finanza e dei problemi del pianeta non devono fermare la voglia e la volontà dei comunisti di lottare, affinché il percorso dell’umanità non si fermi al primo bivio ma continui la lotta per migliorare la propria esistenza. Compagne e Compagni vi assicuro che non è facile. Non è prevista la rifondazione di un partito comunista in un mondo a capitalismo avanzato ed internazionalizzato, che fa dello sfruttamento del pianeta e delle sue risorse umane e materiali il suo credo. La battaglia che ci vede impegnati in Italia ed in Europa insieme ad altre forze comuniste, socialiste ed ambientaliste è di lunga lena. Il contributo dei comunisti italiani è stato ed è determinante a tale scopo. La partecipazione di oltre 40.000 persone alla manifestazione del 12 maggio a Roma, indetta dalla federazione della sinistra, ci dice di continuare, di non perdere la speranza e di trasformare quest’ultima in prospettive per il futuro. Fissare oggi alcuni traguardi in Italia è importante, intravedere la possibilità di cambiamento è fondamentale per le future generazioni. Molte sono le battaglie che attendono i comunisti fuori dal Parlamento, e dal Consiglio Comunale di Lacedonia. L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, dove la partecipazione dei cittadini si esplica attraverso le proprie organizzazioni sociali (partiti, sindacati, associazioni, ecc.), invece ci propongono per il futuro una repubblica federale fondata sul mercato, nonché su una democrazia autoritaria con legge proporzionale e sbarramento al 4% che ha già significato tenere la sinistra, ed in particolare il PRC, fuori dal parlamento ma anche a livello locale dal Consiglio Comunale qui a Lacedonia. Ma questo non significa che i Comunisti sono scomparsi. Esistono ancora: ovunque c’è uno sfruttato c’è un comunista che lo difende! Non vi sembra assurdo conciliare autoritarismo e democrazia? Compagne e compagni, cittadini, giovani di Lacedonia, sono molti i temi all’ordine del giorno: l’energia eolica, l’energia solare e il passaggio di un elettrodotto di 380mila volt vedono impegnati tutti i cittadini, insieme ai movimenti, nel futuro prossimo. Solo se riusciamo a resistere in questa fase difficile, sarà possibile prospettare un futuro migliore per le popolazioni di queste terre così martoriate, non solo dall’emigrazione giovanile, ma anche dall’arroganza del potere nazionale e locale. Il tempo ci dice di continuare, di non mollare, di andare avanti e non fermarsi. E’ necessario riprendere la lotta, uscire dal torpore determinato dalla sconfitta. Il ruolo dei comunisti a livello locale, provinciale e nazionale, è stato sconfitto anche per colpa nostra . Adesso dobbiamo proseguire più determinati nel nostro cammino. Pertanto, compagne e compagni aiutateci a costruire una nuova elaborazione che guardi al futuro ed ai nuovi bisogni, a costruire una nuova classe dirigente “giovane e fresca” che si misuri con i nuovi problemi della globalizzazione delle idee e del mercato che affronta una crisi, non solo ideale, ma anche economica. Dobbiamo uscire da questa crisi guardando avanti. So Che è difficile, ma la questione del conflitto CAPITALE-LAVORO è ancora all’ordine del giorno. Mentre Monti, con la collaborazione dell’Alfano Bersani Casini, tutelava i Banchieri corrotti ed i manager, noi suggerivamo che bisognava tassare le rendite finanziarie. Oggi, nella situazione dell’Italia, non si può abiurare, ma occorre invece valorizzare gli ideali dell’uguaglianza, del lavoro e dell’ambiente. Al posto di finanziare le banche, dovrebbero introdurre il reddito minimo garantito. Invece, oggi non ci soldi per i precari, per gli esodati e per chi perde il lavoro, ma si salvano i supermanager. I cittadini e i giovani/ di Lacedonia sono presi dalla rassegnazione. Nel periodo tra il 1977 e il 1981 facevamo lo sciopero a rovescio: prima si lavorava e poi si occupava . Fu allora che 77 braccianti/e furono assunti dalla Comunità Montana Alta Irpinia, fu allora che durante una manifestazione a Napoli subimmo le cariche della polizia. Adesso si va avanti con le raccomandazioni e con i contributi alle imprese. Perché non si fa un bando pubblico per le imprese che vogliono assumere? Perché il sindaco non convoca un’assemblea sull’elettrodotto a 380 mila volt che attraversa il territorio di Lacedonia? L’amministrazione di Lacedonia è del “sì e non ti preoccupare”. Il 15 gennaio ed il 27 marzo 2012 ho presentato delle lettere del tavolo della pace ma non ci sono state risposte. Il centro storico è letteralmente abbandonato, le strade sono tutte da sistemare, anziché rifare piazza De Sanctis ex novo, sarebbe più opportuno fare un piano di recupero del centro storico e riprendere, semmai, un vecchio progetto di quando ero assessore ai lavori nel 1983/1988. Pertanto, invito tutti i cittadini, i giovani e i compagni/e a superare questa fase difficile e a riprendere le iniziative politiche. I nostri circoli sono a fianco al comitato e ai cittadini, affinché ricominci un nuovo cammino che non ci faccia perdere la speranza. Su la testa!Non togliamoci la coppola e il cappello davanti al potere dei padroni, come diceva Di Vittorio. Compagni e Compagne, il lavoro che ci attende è di lunga lena, con voi possiamo farcela”.

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