L’ombra nera della crisi finanziaria si abbatte sulla Fiat: sono chiuse da oggi per un mese le fabbriche italiane con 59.000 lavoratori in cassa integrazione. 5.400 a Mirafiori, 3.200 a Cassino, 1.480 a Termini Imerese, 5.600 a Melfi, 5.300 a Pomigliano, 7.000 alla Sevel, 5.100 all’Iveco, 7.500 alla Powertrain, 1.800 alla Fma di Pratola Serra, 11.000 alla Magneti Marelli e alla Ergom. Un crollo che non conosce precedenti. O quasi. Il mercato automobilistico infatti conobbe una crisi simile nel 1980 e nel 1992. Paralisi che però, a differenza di quella in corso, non coinvolse anche i settori della componentistica, dei trattori, dei camion. Uno stop che farà registrare un crollo della produzione di decine di migliaia di pezzi. La cassa integrazione durerà fino a lunedì 12 gennaio. Secondo l’azienda il provvedimento interessa complessivamente circa 48.000 addetti. Ma per la Cgil, includendo anche gli 11.000 di Marelli ed Ergom, diventerebbero 59.000. “Il 2009 sarà un anno difficile, il più difficile che io abbia visto in tutta la mia vita – predice il numero uno dell’azienda, Sergio Marchionne che tuttavia rincuora – la Fiat ha tutte le carte per uscire dal tunnel, anche se la realtà impone di mutare radicalmente l’ottica. E noi siamo pronti”.
Redazione Irpinia
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