La crisi di Governo – Conte si dimette, il Presidente Mattarella avvierà le consultazioni per affidare un terzo mandato al Premier. Caccia ai nuovi “responsabili”, senza escludere una maggioranza Ursula

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Michele De Leo – Il Premier Giuseppe Conte presenta le sue dimissioni al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo aver archiviato l’esperienza gialloverde, si chiude in anticipo anche il Governo Conte bis, l’Esecutivo giallorosso sostenuto dal Movimento Cinque Stelle, dal Partito Democratico, da Leu e da Italia Viva. Prima di subire il possibile voto contrario del Senato sulla relazione del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il Premier lascia l’incarico per una crisi extraparlamentare, un contrasto tra i partiti della coalizione di maggioranza che non è stata sancita dal voto di sfiducia in almeno uno dei due rami del Parlamento. Il Presidente Mattarella non dovrebbe firmare il decreto di accettazione delle dimissioni ma, in attesa di definire i prossimi passi della legislatura, potrebbe lasciare in carica il Governo solo per gli affari correnti. Mattarella avvierà, poi, le consultazioni, stilando un calendario attraverso il quale ascolterà i rappresentanti dei vari gruppi parlamentari e, eventualmente, i leader di alcuni dei partiti politici che ne dovessero fare richiesta. Nel caso in cui il Presidente della Repubblica dovesse ravvisare la presenza di una nuova maggioranza a sostegno dell’attuale Premier – a riguardo peseranno molto le posizioni dei “responsabili” – potrebbe affidare a Conte un mandato pieno per la formazione di un nuovo Esecutivo. E’ questo, ad oggi, lo scenario più probabile per il futuro della legislatura che, soprattutto a causa della norma del taglio dei parlamentari, in tanti vogliono tenere in piedi fino alla sua scadenza naturale. Nel caso in cui il Presidente Mattarella non dovesse ricevere indicazioni chiare dai gruppi parlamentari tali da affidare un nuovo incarico a Conte, potrebbe affidare un mandato esplorativo ad una personalità diversa, la quale tenterebbe di costruire una maggioranza parlamentare per portare a termine la legislatura. Difficile, però, che si arrivi ad un Governo di unità nazionale, con una maggioranza allargata a tutte le forze politiche presenti in parlamento per portare a compimento il Recovery plan e definire una serie di altre riforme. Non sarebbe da scartare, invece, l’ipotesi di costruire una maggioranza Ursula, affidando l’incarico per la formazione di un Governo che sia sostenuto da tutti le forze politiche che, in Europa, hanno eletto la presidente della commissione Ursula Von der Leyen. In questo caso, l’Esecutivo vedrebbe confermata la presenza del Movimento Cinque Stelle, del Partito Democratico e di Leu con Forza Italia che andrebbe a sostituire Italia Viva. Senza una maggioranza, il Presidente Mattarella potrebbe affidare un incarico per la formazione di un Esecutivo balneare, tale da traghettare la legislatura alle elezioni anticipate. Potrebbe essere questa l’extrema ratio, mentre appare improbabile uno scioglimento immediato delle Camere con l’avvio delle procedure per il voto anticipato, richiesto comunque soprattutto dalle forze di centrodestra, Lega e Fratelli d’Italia in primis.