La Corte Costituzionale ha rigettato, come infondato, il ricorso presentato sulla Legge Severino e in particolare sulle norme relative alla sospensione degli amministratori locali condannati, anche in via non definitiva, per determinati reati.
La questione era stata sollevata nell’ambito del caso del sindaco di Napoli Luigi de Magistris e riguarda anche quello del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
Decisione presa dopo una breve camera di consiglio. La questione dichiarata “…non fondata” riguardava l’articolo 11 del decreto legislativo, entrato in vigore nel gennaio 2013, con cui si prevedeva l’applicabilità retroattiva della norma che stabilisce la sospensione, per 18 mesi, di sindaci, assessori, presidenti o consiglieri provinciali, condannati con sentenza non definitiva.
IL CASO DE LUCA – Vincenzo De Luca, ex sindaco di Salerno, ora presidente della Regione Campania, era stato condannato a un anno di reclusione – in primo grado – per abuso d’ufficio per aver fatto nominare project manager il suo ex capo-staff nell’ambito della costruzione di un termo-valorizzatore a Salerno.
Lo scorso 22 luglio i giudici partenopei avevano accolto il ricorso di De Luca consentendogli di insediarsi a Palazzo Lucia e di formare la sua nuova Giunta.
Rischia grosso anche il presidente della Regione De Luca: anche lui con una condanna sulle spalle. I suoi ricorsi contro la legge andranno incontro alla sentenza, che riconosce valida la Severino, e dunque il presindente sarà di nuovo passibile di applicazione della stessa. Anche lui potrebbe essere “sospeso”.