Irpinia al collasso: raccolta bloccata nei siti indifferibili

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Avellino – L’Irpinia oramai è al collasso. I rifiuti hanno dilaniato un territorio il cui vanto era rappresentato dalla bellezza e dalla ‘purezza’ dei suoi paesaggi, oramai contaminati da un mostro che da 13 anni attanaglia l’intera Campania.
Oggi sono stati sospesi anche i servizi indifferibili. E’ saltata la raccolta dei rifiuti anche nelle scuole, negli ospedali, nelle cliniche e nel carcere dove, nonostante l’emergenza, il servizio è stato comunque garantito. Almeno fino a questo momento. Ma la crisi non dà tregua e minaccia ripercussioni peggiori. Si procede a passi veloci verso il blocco di mercati e mercatini. L’Asa ha infatti comunicato al Comune di Avellino che quello di oggi, se il Cdr non dovesse riaprire, sarà l’ultimo giorno in cui è possibile garantire la rimozione dei rifiuti nelle aree di mercato. L’emergenza, dunque, si aggrava e la quantità di rifiuti accumulata sulle strade e sui marciapiedi si fa sempre più preoccupante.
La situazione comincia ad apparire grave anche dal punto di vista igienico-sanitario.
Insomma, se è vero che non c’è mai fine al peggio è anche vero che ogni limite è stato abbondantemente superato. Le tante parole profuse e le soluzioni ipotizzate non hanno portato a risultati tangibili. La caccia alle responsabilità non serve più. La questione ha raggiunto dimensioni talmente gravi da necessitare solo ed esclusivamente di soluzioni immediate e non di capri espiatori da immolare sull’atavico altare delle responsabilità. Perché forse, a dirla tutta, le colpe toccano un po’ tutti. Istituzioni, enti, cittadini… nessuno può tirarsi fuori dal circolo vizioso di implicazioni che non risparmiano davvero nessuno. I se ed i ma hanno fatto la storia ma non hanno portato soluzioni: i rifiuti sono accumulati nelle strade, le sommosse popolari hanno caratterizzato gli ultimi anni della nostra terra, l’allarme inquinamento ha ostacolato gli eccessi ma anche le possibilità. E c’è da chiedersi come sia possibile, dopo più di 10 anni, credere ancora in soluzioni di mediazione e diplomazia. Il dato reale resta un altro: l’emergenza non è mai stata neanche arginata e all’orizzonte la soluzione appare essere davvero drastica. L’Irpinia è semplicemente stanca. Dell’emergenza. Delle parole. E di fantomatiche soluzioni.

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