Avellino – La vicenda del Polo Unico dei trasporti e della costituenda Industria Italiana Autobus vive ormai una fase di profonda impasse dalla quale non sembra più esserci via d’uscita. E il rinvio degli ultimi incontri previsti nella road map del piano industriale (presentato ormai a maggio) che – ricordiamo – avrebbe dovuto portare alla riattivazione delle linee industriale nei capannoni della ex Irisbus di Flumeri, non mette nelle condizioni di informare a dovere i lavoratori sull’andamento dei diversi piani per i due siti interessati dall’operazione, Bologna (Bredamenarini) e Flumeri (Irisbus). Quel che pare certo è che ogni discorso sarà rinviato a settembre, ovvero solo successivamente alla pausa agostana. Ma il tempo stringe e ogni giorno che passa avvicina di più le tute blu della Valle Ufita verso un finale che – così stando le cose – sembrerebbe già scritto, ovvero la mobilità. A fine agosto scadrà, infatti, la cig in deroga anche se l’intenzione è quella di prorogare l’ammortizzatore sociale per ulteriori sei mesi.
Sulla vicenda è intervenuto oggi anche il sindaco di Bologna, Virginio Merola, che ha auspicato quanto prima un incontro risolutore col Governo: “Siamo arrivati al momento decisivo per il destino dell’azienda proprio perché in questi giorni il Governo e Finmeccanica stanno presentando il piano di rilancio – ha detto la fascia tricolore –. Con il Governo abbiamo avuto incontri insieme alla Regione nei mesi scorsi, poi più nulla. Sia il sindacato sia la città non sono quindi informati su quale sia lo stato dell’arte e c’è forte preoccupazione per l’ipotesi di privatizzazione e svendita della BredaMenarini con conseguente perdita dell’occupazione. Insieme alla Regione Emilia-Romagna e a diversi parlamentari avevamo chiesto al Governo di lavorare per la costituzione di un polo del trasporto pubblico che includesse BredaMenarini e Irisbus salvaguardando le capacità produttive di entrambi i territori, quello di Bologna e quello di Avellino. Le notizie che ci arrivano dicono che questo obiettivo sarebbe solo in parte raggiunto perché Bologna verrebbe di fatto azzerata nella riorganizzazione di IIA (Industria Italiana Autobus)”.