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Intanto, gli operai della Irisbus continuano senza tregua la loro battaglia a difesa del sacrosanto diritto al lavoro e del futuro delle loro famiglie, insieme ai lavoratori dell’indotto. Dopo il blitz al Quirinale, si attendono anche per la giornata odierna clamorose azioni di protesta nella Capitale: via Veneto, sede del ministero, sarà invasa da un centinaio di lavoratori provenienti dalla provincia di Avellino, partiti stamane a bordo di due pullman.
Resistenza Operaia, l’ala più dura dei contestatori, ha voluto stigmatizzare questo processo, affermando che non è così che si salva uno stabilimento che serve a tutta l’Irpinia. “Sta venendo meno quel discorso di fabbrica strategica, di piano autobus, a cui forse in realtà nessuno ha mai creduto”, hanno affermato.
Sul tavolo del ministero anche la questione relativa al Piano Trasporti. “Se scompare Irisbus – ha riferito Maurizio Landini, segretario generale della Fiom – rischiamo di dover comprare tra qualche anno autobus all’estero per il trasporto pubblico nazionale”.