Cosa si cela dietro una semplice foto profilo su Facebook ? Ecco la lista degli avellinesi più “singolari” per la propria immagine sui social.
Parlare di Facebook, dei suoi contenuti e degli aggiornamenti che di volta in volta propone non è una novità per nessuno.
E, in questo sistema, nome e foto profilo sono la carta d’identità più immediata per rendersi riconoscibile in un immenso e sconfinato universo di persone nella costante mescolanza tra reale e virtuale.
La foto profilo rappresenta nel mondo dei social network il modo migliore per esprimere se stessi, tanto da spingere i programmatori a introdurre ulteriori possibilità.
Facebook infatti nei prossimi tempi concederà agli utenti di personalizzare la propria immagine in maniera ancora più flessibile, con una foto temporanea (decidendo al momento del caricamento la durata del periodo…minuti o giorni.
Dalla foto che celebra per una giornata intera un compleanno a una della serie “Chiuso per ferie” per tutta la durata delle vacanze) oppure con un video fino a 7 secondi in loop che vorrebbe ricreare, con il suo dinamismo, un maggiore realismo.
Staremo a vedere i risultati.
Ma intanto, parlando delle semplicissime foto profilo, quali sono quelle che maggiormente scatenano l’antipatia / simpatia degli altri utenti?
Infondo sono proprio queste foto a finirci sempre sotto gli occhi e quindi sorge spontaneo guardarle, riflettere, giudicarle.
Abbiamo pensato a qualche categoria che universalmente, anche ad Avellino, risulta quasi irritante.
1 – Il senza volto.
Colui che sceglie sempre fotografie che ritraggono tutto tranne che se stesso: paesaggi, personaggi famosi, cartoni animati, quadri, fiori, monumenti…insomma, se la curiosità ti spinge a esplorare il suo album di foto profilo nella speranza di capire se a quel nome corrisponde il volto della persona che immagini, meglio arrendersi. Meglio trovare altre vie, magari facendo incroci tra indizi vari.
1 bis – Il senza volto.
Effettivamente fa innervosire molto chi, per un motivo o per un altro, non carica nessuna foto profilo. Un fantasma in sostanza. Che non fornisce nemmeno qualche informazione su di sé e su ciò che gli piace. In questo caso la scelta è solamente una: farsene una ragione.
Uno tra tanti. Ti parlano di una persona e, per capire che faccia abbia, la cerchi su Facebook. Chi non l’ha mai fatto? Si collega alle precedenti ed è la categoria di persone che, invece di metterci solo la propria di faccia, ci mette quella di più persone. Che sia durante una festa, in spiaggia, un selfie non contestualizzato poco importa. Il problema è: chi sei tu tra tutti? Rimarrà il mistero ma qualche idea è possibile farsela.
2 – Il camaleonte.
Impossibile starci dietro. Ogni volta è sempre una nuova fotografia. In coppia, da solo, al mare, in montagna, il compleanno, con il cane, il paesaggio, l’idolo musicale, il selfie…chi più ne ha più ne metta per questa categoria di persone che cambia foto in base agli sbalzi di umore. Sicuramente non si annoia, ma forse gli altri…
3 – Il fedele.
La stessa foto profilo da sempre. Ha iniziato a usare Facebook nel 2010? Bene, com’era è. Colui che rimane affezionato alla stessa foto nonostante tutto, contrastando, stagione dopo stagione, anche l’avvento di capelli bianchi e rughe di troppo. Ok, un evergreen, ma poi la gente se ne accorge.
4 – Il Photoshop addicted.
Amore per le foto artistiche? Va bene. Ma con uso moderato dei filtri. Altrimenti ti ritrovi davanti a persone illuminate da luci strane, quasi divine, colori innaturali, effetti straordinari simili a un extraterrestre. Troppo.
5 – Il Pixel to pixel.
E poi c’è chi si fa rappresentare da foto talmente sgranate da poterci contare il pixel. Foto che già in miniatura sono di pessima qualità, immaginare se zoomate! La categoria più “odiata” da fotografi e fotoamatori. Troppo poco.
6 – Il Selfie con il vip.
Vuoi per invidia, vuoi per antipatia, le foto profilo che ritraggono la persona accompagnata dal personaggio famoso di turno (trovato all’aeroporto, inseguito alla stazione, incrociato per caso sulla spiaggia) risultano poco gradite ai più. Oltre a parenti e fedelissimi che lasciano il proprio apprezzamento e il tipico “Beato te!” c’è anche tanta indifferenza.
7 – In vacanza da una vita.
Coloro che sono sempre in relax, beati su una spiaggia al sole, nonostante fuori nevichi. Quelle foto profilo che si attirano naturalmente l’antipatia di chi, purtroppo e per fortuna, è davanti a una scrivania a lavorare e ne farebbe volentieri a meno. La domanda sorge spontanea: perché farsi del male a questo modo? Meglio cambiare profilo.
8 – E’ martedì…è arrivato il weekend.
Stesso concetto. E’ possibile alternare solamente fotografie di party ed eventi? Sempre, dal lunedì alla domenica, foto sempre diverse? Se è per lavoro va bene, ma altrimenti impossibile non finire tra le foto profilo meno simpatiche di Facebook!
E poi ci sono delle categorie ben precise.
9 – Il fidanzato.
Costretto dalla ragazza (si sa che le donne – se vogliono – possono raggiungere ogni obiettivo) a mettere come foto profilo un bel selfie insieme. Diverso di volta in volta in base agli eventi. Ottimo per marcare il territorio.
10 – Lo sposato.
Vedi sopra. Qui non solo si marca il territorio, ma lo si occupa senza mezzi termini.
11- Il palestrato.
Per antonomasia nella lista delle foto profilo più “odiate” su Facebook. Non siamo tutti dei Bronzi di Riace ed è già difficile accettarlo. Poi c’è quello che te lo ricorda qualora te ne fossi dimenticato tra uno spuntino e un altro.
12 – Il tifoso e il politico.
Queste vanno insieme perché, allo stesso modo, attirano le inevitabili antipatie delle avverse fazioni. Due argomenti scottanti che spesso e volentieri fanno saltare anche la più longeva amicizia. E la foto profilo (spesso correlata a quella di copertina) che ne ribadisce l’appartenenza non fa altro che alimentare sentimenti non proprio fraterni.
E ora una domanda: chi di noi non è mai entrato a far parte di una di queste categorie?
In attesa dei mini video che sostituiranno le foto (e anche lì ce ne saranno di discussioni e parodie sul web) una cosa è certa: anche stare su Facebook produce la sua dose di fatica.