INTERVISTA – Avellino Rugby, Roca: “In mischia per il nostro spazio”

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Dalle aule di Tribunale alle mischie della palla ovale il passo non è poi così lungo come possa credersi. O almeno non lo è stato per l’avvocato Antonio Roca, tra i pionieri del rugby in Irpinia, e presidente della squadra di Avellino dal 2002. AR, una sigla che indica contemporaneamente le iniziali del dirigente e della compagine, l’Avellino Rugby, quasi a suggellare un inequivocabile segno del destino. L’Italia si sa, è il paese del ‘pallone’. E il solo pensare alla diffusione di uno sport che, risalendo alle origini, nasce proprio come figlio ‘degenere’ del calcio, può sembrare addirittura irriverente. “Eppure il rugby è radicato sul territorio nazionale da tempi non sospetti – spiega il presidente Roca – facendo registrare circa 60mila praticanti ed una nutrita schiera di appassionati. Anzi, tornando indietro con la memoria, non è difficile ricordare quando alla Domenica Sportiva era possibile seguire le ‘sintesi’ di Paolo Rosi o il servizio sugli ‘Highlights’ della giornata di campionato. E proprio oggi che la tradizione si consolida, con la stessa Nazionale più competitiva a livello mondiale, invece, assistiamo ad un certo disinteresse dei media, che dedicano degli spazi alla palla ovale in maniera pressocchè episodica”. Avellino, in questo senso, può rappresentare senz’altro la cartina tornasole della cultura sportiva ‘made in italy’. Come riesce dunque un cosiddetto ‘sport minore’ a farsi spazio in un contesto così difficile? Un sogno prima, un’idea poi, ed una realtà oggi, raccontata da uno dei principali protagonisti del Rugby in… biancoverde.

Come nasce l’Avellino Rugby?

“Dalle fantasie di un bambino che con gli amici scimmiottava questo gioco su improvvisati campetti di fortuna. Una passione adolescenziale maturata negli anni, che ci ha portati nel 2002 alla costituzione del primo club irpino“.

2002/2007, quali le tappe fondamentali di questa giovane storia?

“I lavori propedeutici alla fondazione della società risalgono al 2001, e la stessa costituzione rappresenta già la realizzazione di un sogno e un motivo di orgoglio. Dal 2002 al 2005 abbiamo partecipato al campionato nazionale di serie C. Nei due anni successivi, la necessità di riprogrammare l’attività ci ha spinto a focalizzarci sul settore giovanile, con la partecipazione ai campionati under 19 e under 17 con risultati significativi. Dal nostro vivaio è, tra l’altro, emerso il serinese Roberto De Luca classe 89, attualmente tra le fila dell’Unione Rugby Sannio in serie A, impegnato l’anno scorso con l’Italia al 6 nazioni under 18. Quest’anno è stata riallestita la squadra per il campionato di serie C, nel quale siamo tuttora impegnati“.

Cinque anni in cui forse non sono mancate le difficoltà organizzative…

“Portare questo sport in Irpinia effettivamente non è stato facile e non lo è tuttora. Non essendoci una tradizione rugbystica, mancano di conseguenza strutture e supporto tecnico. Il nostro è un lavoro improbo e coraggioso. Basti pensare al grande impegno direttamente profuso per il recupero del campo di gioco (in località Monteuovolo a Cesinali), grazie anche alla disponibilità del sindaco Ciro Tango, che finalmente ci consente di avere un nostro impianto per le gare casalinghe. Oppure all’autotassazione di giocatori, familiari ed amici per reggere le spese gestionali. E ancora alla nascita della ‘club house’ (in Via Roma ad Avellino) che sostiene l’autofinanziamento e al contempo svolge un importante ruolo aggregativo. C’è tanto da fare, ma stiamo crescendo, e con alcuni piccoli ma significativi investimenti iniziamo a sistemare tutti i tasselli. L’ingaggio del tecnico napoletano Luigi Rea, già giocatore ed allenatore del Pomigliano, con due promozioni all’attivo, ne è un esempio“.

Come ha risposto, invece, il contesto socioeconomico locale?

Anche in questo senso le difficoltà sono state tante. Oggi però arriva un impulso consistente dall’avvicinamento di ‘Nicoloro’. Abbiamo infatti siglato con l’importante azienda irpina sia la sponsorizzazione che un vero e proprio piano pluriennale di promozione del rugby sul territorio provinciale. L’obiettivo infatti non è solo quello di portare la squadra entro 4/5 anni alla promozione, ma è anche quello di valorizzare i talenti irpini. Infine, sul fronte istituzionale, siamo in attesa dei fondi regionali di supporto alle attività sportive“.

Si diceva dei giovani talenti irpini, il settore giovanile come naturale fucina?

La squadra è attualmente formata da un mix di ragazzi emergenti e giocatori esperti. Chiaro segnale del lavoro svolto negli scorsi anni e dell’importanza che riveste la valorizzazione dei giovani, sulla quale decisamente puntiamo. Abbiamo attivato in tal senso anche un progetto di formazione con le scuole che prevede l’ingresso di questo sport negli istituti provinciali e la diretta collaborazione con alcuni professori di educazione fisica. Fondamentale per questa iniziativa è stata la sensibilità mostrata da Giuseppe Saviano, presidente provinciale del Coni, oltre a quella di numerosi dirigenti e professori scolastici. A breve sarà allestita anche la squadra under 13, non solo in ottica vivaio, ma anche per assolvere agli obblighi di promozione giovanile dettati dalla Federazione“.

Per concludere, un ‘flash’ sul campionato in corso…

Attualmente siamo sesti, con due vittorie all’attivo. Il nostro è però un lavoro soprattutto in prospettiva. La squadra giovanissima infatti paga alcuni limiti derivanti dall’età, in uno sport dove peso e costituzione sono fondamentali. I maggiori problemi si registrano proprio nel ‘pacchetto di mischia’, dove i nostri ‘avanti’ subiscono la forza di avversari spesso più navigati e pesanti”.

Solidarietà, spirito di sacrificio, tenacia. Solo alcuni dei valori di uno ‘sport nobile’ come il rugby. Senza dubbio una bella realtà che valorizza tutta la provincia di Avellino. (di Eddy Tarantino)

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