Inquinamento, Di Guglielmo (Legambiente): “Avellino città a rischio”

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Avellino – “Tutto ciò che accade alla terra, accade anche ai figli. Non è l’uomo che ha tessuto la trama della vita: egli ne ha soltanto il filo. Tutto ciò che egli fa alla trama, lo fa a se stesso”. Con queste parole, prese in prestito da Pierce, Antonello Di Guglielmo, direttore del circolo Ekos Legambiente di Avellino, analizza lo stato di salute della città, fortemente compromesso dalle ultime rilevazioni atmosferiche che hanno individuato il superamento di polveri sottili 55 volte rispetto ai limiti stabiliti in un arco di tempo ridotto.

Al di là delle ‘cause note’, quindi smog, caldaie e fumi prodotti dalla combustione, qual è il motivo che ha portato Avellino a questi livelli di inquinamento?
“Sicuramente manca una politica ambientale adatta alla città. In passato, nonostante le nostre sollecitazioni, non è mai stata presa in considerazione la pianificazione del territorio. Non possiamo nasconderci dietro un dito scaricando le colpe degli sforamenti al traffico e alle caldaie. In questo periodo dell’anno, l’accensione delle sterpaglie rappresenta un vero problema. Non c’è una legge che venga rispettata in questa materia nonostante la Comunità Europea abbia trattato con la massima serietà la questione. Quando un contadino accende le foglie nel cumulo vengono irrimediabilmente bruciate plastica e sostanze nocive quali pesticidi e agenti chimici. Queste sostanze, liberate nell’aria recano gravi danni alla salute dell’uomo. Un altro fattore da considerare è la rapida urbanizzazione di Avellino che ha praticamente risucchiato gli spazi verdi”.

La città sta cambiando. Presto entrerà in funzione la metropolitana leggera. Crede che si possa davvero ridurre l’utilizzo delle automobili con questo nuovo sistema di trasporto?
“Sono molto scettico in merito a questo progetto. Dal punto di vista ambientale, l’impatto credo sia davvero pericoloso. I pali che serviranno a mettere in funzione i mezzi – che a ben pensarci sono le vecchie filovie – sono stati posizionati in modo tale da essere da intralcio alla circolazione. In caso di ostacolo, il bus potrebbe subire rallentamenti ed intasare maggiormente il traffico cittadino”.

Secondo lei, oltre al tradizionale autobus, si poteva puntare su un altro mezzo di trasporto?
“In commercio ci sono gli autobus ad idrogeno, a metano, a batteria. Potevano essere anche utilizzati circuiti ad aria. Ma questa amministrazione ha pensato solo ad incamerare i fondi europei piuttosto che a fare una progettazione ad hoc”.

Cantieri in città. In molti hanno mostrato perplessità sulla nuova piazza Kennedy…
“…il parco dei pilastri. Non trovo nulla di positivo in quell’opera. Sono stati abbattuti pini secolari per dare spazio a piloni in cemento e meno di dieci cipressi. Ma si è preventivato il danno al fiume tombato? ”.

Parco del Fenestrelle…
“Se la Comunità Europea vedesse in che modo sono stati spesi i fondi verrebbe sicuramente a smantellare il lavoro fatto. A nostro tempo, proponemmo un ponte a scavalco tra piazza Perigini e la variante anziché il viadotto. L’impatto ambientale sarebbe stato sicuramente minore. L’amministrazione Galasso ritiene che la messa in dimora di nuovi alberi può sanare la situazione. Ma i piloni di cemento conficcati nel terreno potrebbero danneggiare la falda acquifera e compromettere la stessa vita del Parco del Fenestrelle, punto di raccolta dell’acqua piovana”.

Poi ci sono i problemi di sempre. Uno di questi è il traffico automobilistico…
“Le targhe alterne, come le varie rotonde installate, potrebbero essere una valida alternativa, ma se funzionassero. Nessuno rispetta orari, metodi e giorni di circolazione. E questo non fa altro che aumentare il livello di PM10 e quindi il tasso di inquinamento nonostante i buoni propositi dell’amministrazione”.

Quale sarebbe, secondo lei, una valida soluzione?
“La maggiore partecipazione anche attraverso dei Forum. Quando il Comune realizza un progetto non tiene mai in considerazione le associazioni di categoria. Ne veniamo a conoscenza sempre successivamente. Il principio 10 della Dichiarazione di Rio esplica che una questione ambientale viene efficacemente gestita se coinvolti tutti i cittadini interessati al problemi. Ad Avellino questa pratica è sconosciuta. Gli ambientalisti vengono visto come ‘rompiscatole’ e non come soggetti portatori di idee. Ora che abbiamo un vicesindaco con un passato tra i Verdi, auspichiamo che la situazione cambi. Ad Avellino il problema inquinamento non è da sottovalutare. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un incremento della popolazione, all’avanzamento del cemento e ad un numero di auto in circolazione sempre maggiore. Ora è la politica che ha il dovere di disciplinare e pianificare, ad ogni livello, il futuro di una città capace ancora di riprendersi”.

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