Incompatibilità Asse: la De Simone l’ha spuntata contro il ricorso presentato dagli esponenti di Forza Italia Claudio Rossano e Antonio Buonaiuto. Il giudice Fiore in qualità di presidente, a latere i giudici Luce, Feo, Santoro danno ragione al presidente dell’Ente Provincia che aveva rassegnato già le dimissioni da presidente del Consorzio per lo sviluppo socio economico in data 25 agosto 2005. Una vicenda che non chiude il capitolo considerate le dichiarazioni del dirigente provinciale degli Azzurri: “Non conosco le motivazioni – dichiara Rossano – ma sono fiducioso nella giustizia e nelle mie buone ragioni che cercherò di far valere in un successivo giudizio”. Una querelle cominciata il 2 aprile scorso con una missiva inviata al Ministro Pisanu nella quale veniva sollevata la questione incompatibilità e ineleggibilità della De Simone. Il tutto facendo appello alla sentenza n. 377 / 2003 (“la Corte Costituzionale – si leggeva nella lettera – ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 52, comma 62, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, sollevata, in riferimento agli artt. 3, 117 e 118 della Costituzione, dalla Regione Campania. Con tale sentenza è stata ristabilita l’incompatibilità tra la carica di sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, provinciale o circoscrizionale con lo svolgimento di funzioni di amministrazione di società di capitale a partecipazione mista, costituite, in conformità alla deliberazione CIPE del 21 marzo 1997, come soggetti responsabili dell’attuazione degli interventi previsti dal comma 203 dell’articolo 2 della legge 23 dicembre 1996, n. 662″). Da allora fiumi di inchiostro da una parte e dall’altra. Ognuno conscio delle proprie ragioni. Qualche mese dopo, la levata di scudi pro De Simone, in occasione del consiglio provinciale, del presidente Erminio D’Addesa sulla inesistenza della incompatibilità, poi del direttore generale Mario Bianchino in campo a difesa del primo inquilino di Palazzo Caracciolo, etc. etc. La vicenda è chiusa anche se ci sentiamo di dire solo per ora, considerata la posizione espressa da Claudio Rossano. (t.lomb)
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