Atripalda – “Era il gennaio del 2005 quando nello stabilimento IRM dell’area PIP di Manocalzati bruciarono circa settemila tonnellate di rifiuti solidi urbani. Sui danni ambientali provocati da tale vicenda, nonostante i protocolli di intesa sottoscritti da diversi comuni situati a ridosso dell’area, non è mai stata fatta realmente chiarezza, i rilievi sull’inquinamento di aria, acqua e suolo non sono mai stati resi pubblici. Restando sempre in zona, passiamo per lo STIR, dove giacciono da anni centinaia di ecoballe, sul cui smaltimento ancora non si conosce un piano preciso. Continuando questo tour mentale, arriviamo alla ferrovia di Avellino dove da circa trent’anni l’ Isochimica col suo carico di veleni fa ammalare i residenti della zona e continua ad inquinare l’aria e i terreni circostanti, senza che venga trovata una soluzione definitiva”. Così in una nota l’assessore all’ambiente di Atripalda Antonio Prezioso.
“Ieri pomeriggio la Valle del Sabato, definita in un articolo dal giornalista dell’Espresso Gelsomino del Guercio, la Valle dei Tumori, ha dovuto registrare l’ultimo incidente in ordine temporale, l’incendio di non si sa quali materiali all’interno della Novolegno. Il dato principale è che fortunatamente non risulta essere stato ferito alcun operaio, ma la densa nuvola di fumo nero che ha avvolto la valle del sabato, ci ha rispedito indietro nel tempo a quel gennaio del 2005 e subito tutti ci siamo posti un tremendo interrogativo: cosa è bruciato in quel rogo? Cosa saremo costretti a respirare? Che tipo di sostanze inquinanti ricadranno sui terreni circostanti? Rivolgo pubblicamente questi interrogativi agli enti competenti, ASL e Arpac, la valle del Sabato, Atripalda compresa, vivono ore di angoscia e preoccupazione per la salute pubblica. Questa volta devono essere fatte indagini serie e approfondite, i cittadini hanno il diritto di sapere”.