ATRIPALDA – Ha respinto tutte le accuse, partendo dal fatto di non conoscere neppure Francesco Mazzariello. Il quarantenne S.G, originario di Aiello Del Sabato, difeso dal penalista Rolando Iorio, finito agli arresti domiciliari per il raid contro la vettura del presidente del consiglio comunale di Atripalda, ha negato davanti al Gip Lorenzo Corona tutti gli addebiti che gli vengono contestati dalle indagini di Procura e Carabinieri. Questo nel corso dell’interrogatorio preventivo. Ma sarà ora il Riesame a dover decidere sui fatti e sulla gravità indiziaria a suo carico.
Intanto partiamo da quello che sulla vicenda è noto. I Carabinieri di Avellino la notte del raid incendiario ai danni dell’esponente politico atripaldese intercettano una Fiat Panda rubata, che all’interno conteneva anche una bottiglia con tracce di liquido infiammabile e quindi era quella verosimilmente usata dall’autore del raid. Scatta un inseguimento della vettura, che però viene abbandonata dal malvivente che riesce a far perdere le sue tracce. I sospetti ricadono su S.G. Quaranta minuti dopo l’inseguimento, i militari bussano alla sua abitazione. L’uomo è in casa ed è in pigiama. Nel corso della perquisizione i militari dell’Arma sequestrano degli indumenti (a quanto pare emanavano odore di benzina) e delle scarpe. Proprio le scarpe sono una delle prove che collegano l’indagato al raid nel distributore. Una striscia colorata nelle scarpe di una nota marca, che incastrerebbero l’uomo. Tutto visionato dalle telecamere di sorveglianza della zona acquisite dai Carabinieri. Anche su questo aspetto sarebbe stata fornita una risposta dallo stesso. Ma l’arresto arriva dopo un altro evento. Il primo aprile, infatti, nei pressi del carcere di Bellizzi, il quarantenne viene fermato a bordo di una vettura condotta da una donna, incensurata, e un ragazzo. Nel cofano della stessa erano contenute due taniche di benzina. Per gli inquirenti l’ipotesi che preparasse un nuovo raid. Per la difesa solo il soccorso a una familiare della donna che era rimasta a piedi con la sua vettura.
Almeno fino a questo momento e in questa fase delle indagini manca ancora una causale o un movente che possa far comprendere perché il quarantenne abbia dato fuoco alla vettura di Mazzariello. Se effettivamente non si conoscessero è probabile, ma allo stato solo un’ipotesi che non emerge neanche dagli atti ufficiali, che si possa trattare di un raid su commissione. Altra circostanza che la difesa del penalista Rolando Iorio avrebbe fatto emergere, per ora senza ancora sviluppo in termini giudiziari, à legata al fatto che il quarantenne non guidasse, una circostanza emersa anche in un altro procedimento. Ora bisognerà capire cosa ne pensano i giudici del Tribunale della Libertà.