(Di Enzo Bonifazi)
Hanno anche 12 e 13 anni e sono alte, nere, statuarie: sberle di ragazze avviate a quel “mondo del lavoro” che noi italiani chiamiamo “fare le puttane”. E le fanno “le puttane”, proprio qui in Italia, sotto i nostri occhi strabici e incapaci di vedere “dentro” le cose. La loro storia e la loro vita nell’Italia di oggi, già culla della civiltà, ce la racconta per la prima volta Laura Maragnani, giornalista di Panorama e già scrittrice di altri libri di successo fra cui “Nero Padano” pubblicato da Rizzoli dieci anni fa. Ce la racconta con un libro ‘LE RAGAZZE DI BENIN CITY’ pubblicato da Melampo, presentato ufficialmente il 5 marzo in Val D’Aosta dove vive la vera protagonista e finalmente da oggi 14 marzo nelle librerie italiane.
Belle, bellissime… e per questo schiave e incatenate ai meccanismi d’una organizzazione fatta di persone solo in apparenza umane; meccanismi che oltre Laura Maragnani oggi, solo il giornalista e scrittore Scerbanenco osò portare sulle indimenticabili pagine dei suoi romanzi degli anni ‘60 e ‘70.
Sapete cos’è un “papagiro”? Isoke Aikpitanyi, vera protagonista del libro nata a Benin City e sbattuta suille strade di Torino giovanissima nel 2000 e che oggi finalmente libera ha aperto una casa rifugio per le giovani schiave; Isoke dunque l’ha raccontato a Laura Maragnani e questa a noi che possiamo da oggi leggere questo libro.
Un libro duro, che ci rimanda alle violenze umane degli zingari sui bambini raccontate due secoli fa da Victor Hugo ne “L’uomo che ride” o nelle pagine di “Boujargal” dove la schiavitù nera del tempo non ebbe paragoni nemmeno nei ricordi del “Villaggio di Stepancikovo” scritto da Dostoevskij.
Cosa spinge questa folla umana di splendide ragazze a lanciarsi nel buio della vita? Laura Maragnani ci racconta anche questo. A fare il resto è la cultura delle “ragazze di Benin”, fatta di legami che non si spezzano nemmeno a migliaia di chilomtetri di distanza, non si spezzano nella solitudine, non si spezzano di fronte a niente…e che invece dovrebbero essere tagliati di netto: come un nodo gordiano. Ma in origine è la “fame”, quella “FAME” in maiuscolo che non è solo quella che comunemente intendiamo noi, ma è quel “non-vivere” che meglio di qualsiasi scrittore ha descritto un gigante della letteratura di fine ‘800, Knut Hamsun, la cui potenza espressiva fulminò gente come Tolstoy e Zola, Bjornson e Ezra Pound. Ebbene Hamsun, proprio come il mistero mai risolto della sua nascita e crescita letteraria (studiò fino a 14 anni in una povera frazione della Norvegia), raccontò tutti i misteri della fame (autobiografica) in quella monumetale opera che ebbe e ha per titolo proprio “Fame”.
Si sopravvive alla fame, in ogni senso? Si e Laura Maragnani nel suo nuovo libro traccia benissimo, anche se da scoprire, le linee guida e le misteriose strade che dalla miseria umana organizzata da belve umane, possono condurre alla “luce”.
Come è nato questo libro che racconta per la prima volta la storia di un’ex-schiava in Italia?
Lo dice la stessa giornalista Maragnani : ”Abbiamo coinvolto nel progetto del libro una cinquantina di ragazze di Benin City e dintorni, tutte vittime ed ex vittime della tratta. Molte sono ancora sui marciapiedi italiani a lavorare, alcune si sono sposate con dei clienti, altre sono sfuggite al racket ma sono costrette a vivere nascoste per paura di essere uccise” spiega la Maragnani. ”Altre, invece, dopo aver pagato il debito con l’organizzazione che le ha fatte venire in Italia, comprano delle ragazze in Nigeria e diventano, a loro volta, delle maman”.
E chi è Isoke? Sognava un lavoro come commessa in Italia. Per averlo, aveva giurato di pagare 30mila euro. Ma quando Isoke Aikpitanyi, nigeriana di Benin City, e’ arrivata a Torino, nel dicembre del 2000, ha scoperto che il ‘posto di lavoro’ che le avevano promesso non era affatto in un negozio: ”Era in mezzo a una strada, anzi un marciapiede. Intorno a me camminavano ragazze seminude, nonostante il freddo e la neve, con delle scarpe dal tacco altissimo: prostitute. Peggio: vere e proprie schiave del marciapiede” racconta oggi Isoke. ”In Italia ne arrivano a migliaia, e tra queste ci sono anche ragazzine di 12-13 anni, cedute dai genitori alle ‘maman’. Per pagare i 30-60 mila euro del viaggio sono costrette a prostituirsi. E quelle che provano a ribellarsi vengono picchiate, violentate, uccise in modo terribile per dare l’esempio alle altre”.
Isoke aveva 20 anni quando arrivò in Italia….e ricorda:
La prima volta che vai sulla strada per lavorare vai nel panico.
Io ricordo la strada.
Ricordo il marciapiede.
Ricordo la mia vergogna di stare lì, con dei vestiti assurdi.
E l’attesa.
Ricordo l’attesa che qualcuno arrivasse e mi facesse un segno dal finestrino abbassato, che dicesse vieni, che dicesse quanto. Ricordo ancora la voce dei primi che mi hanno chiamato, e la mia voce che rispondeva no, no, no…
Ma è impossibile ribellarsi, perchè il prezzo è la morte.
Oggi la voce di Isoke, finalmente libera, si intreccia alle mille storie delle sue compagne di sventura in una testimonianza durissima e commovente: le terribili maman e i loro riti voodoo, i clienti che stuprano e quelli che si innamorano, i bambini nati in casa e quelli cresciuti di nascosto. E il dolore, la rabbia, le fughe, l’umiliazione di chi «sbatte» sul marciapiede sette giorni la settimana.Per cinquantadue settimane.Per dodici mesi.Per tre o quattro anni.
Come Isoke sia infine tornata libera ritrovando mille e mille ragioni in più per vivere proprio nell’Italia che l’aveva buttata nella disperazione, lo racconta Laura Maragnani nel suo nuovo libro. Il primo appuntamento in libreria è fissato a Roma per lunedi 26 marzo alle ore 18, presso la libreria L’Argonauta – Libri per viaggiare ,Via Reggio Emilia n°89 00198 Roma tel. 06 8543443 (info@argonautasrl.it www.argonautasrl. Saranno presenti oltre alla Maragnani e Isoke Aikpitanyi, Stefania Caracci e Sandra Petrignani.
‘LE RAGAZZE DI BENIN CITY’ DI LAURA MARAGNANI (MELAMPO, 112 pp. – 12 euro)
I diritti di questo libro contribuiranno a sostenere le campagne e le iniziative del progetto “La ragazza di Benin City”.
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