E’ in corso presso la Prefettura di Avellino il summit sull’emergenza immigrati in Irpinia, alla luce anche di quanto accaduto nelle ultime 48 ore – dopo i provvedimenti di sequestro di circa 10 strutture di accoglienza per richiedenti asilo – con il ritorno (o sarebbe meglio dire, viaggio della speranza) ad Ospedaletto dei migranti trasferiti ad Irsina, nel materano.
Al tavolo, oltre ai massimi dirigenti dell’Ufficio territoriale di Governo con in testa Carlo Sessa, le parti sociali, sindaci e delegati di almeno 15 Comuni della provincia, associazioni di volontariato e Caritas diocesana.
Così come già ribadito ieri a Napoli nel corso della presentazione del dossier sullo Stato dell’immigrazione in Campania, il leader della Cgil irpina Vincenzo Petruziello, ha duramente criticato lo stato in cui versa la vicenda che riguarda migliaia di immigrati solo in provincia di Avellino, arringando contro gli affaristi delle coop e contro la cattiva gestione da parte della Prefettura.
Una prima ipotesi emersa dal tavolo sarebbe quella di coinvolgere tutti i sindaci della provincia, interessando gli stessi Comuni nelle attività di gestione e accoglienza degli immigrati.
Una opzione che sembra stia trovando la maggior parte dei consensi tra i primi cittadini irpini. Come per il sindaco De Nisco di Venticano che ha spiegato: “Mi sembra una proposta valida. Venticano è stato tra i primi comuni ad accogliere gli immigrati. Oggi risiedono nel nostro territorio circa 100 profughi. Distribuire equamente gli immigrati tra i Comuni sarebbe più agevole e dignitoso per tutti”.
A propendere per il sì anche il delegato del Comune di Avellino, l’assessore Marco Cillo; l’esponente della Giunta Foti avrebbe assicurato che Palazzo di Città è alla ricerca di abitazioni e immobili in città al fine di provvedere all’accoglienza e alla gestione di circa 25 immigrati.
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