Il “Vito Lepore” alla Scandone. Ora si pensa già a Pesaro

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Avellino – Miglior modo per avvicinarsi al campionato non poteva esserrci per la Scandone. La squadra di Cesare Pancotto si è infatti aggiudicata il trofeo “Vito Lepore” sconfiggendo Caserta con il punteggio di 62-51. Buon derby per gli irpini, apparsi nel complesso migliori rispetto al match con Montegranaro. I due team già si conoscevano e questo si è visto in campo. Se contro Montegranaro a risplendere era stato il solo Brown, che con i suoi tiri e le sue ‘invenzioni’ aveva tolto più volte le castagne dal fuoco per i suoi, nella finale la squadra ha giocato complessivamente meglio, riuscendo a mettere in ritmo Akyol e Nelson. Brown si è ‘accontentato’, Troutman invece è apparso un pò fuori fase: fortunatamente il polacco Szewczyk ha risposto presente e, malgrado qualche sbavatura – che comincia ad apparire congenita del personaggio – ha svolto un lavoro egregio ed è riuscito a far innervosire, non poco, lo spauracchio Jumaine Jones. Avellino, partita fortissimo con un secco 9-0, dopo aver resistito all’urto del controparziale avversario (0-11) ha risposto con più ordine rispetto a quanto mostrato nelle recenti partite. Dall’altra parte invece Caserta, che forse in questa preseason era sembrata una delle squadre più ‘avanti’ dal punto di vista dell’organizzazione, ha mostrato diverse e preoccupanti lacune difensive anche su giochi base. Pancotto, dal suo, ha ottenuto quel che voleva: dopo l’equilibrio del primo quarto, caratterizzato dai due parzialoni, la sua squadra è riuscita a prendere vantaggio grazie ad un sontuoso Akyol (oggi sì innescato a dovere) e a riuscire a gestirlo in amministrazione controllata. Le giocate di energia – palle rubate, backdoor, penetrazioni – hanno comunque avuto un ruolo importante nell’economia della gara, segnando quasi sempre momenti decisivi per i padroni di casa. In difesa l’Air ha deciso di cambiare sui blocchi, specialmente quando a portarli era l’atipico Jones. QUalche spaesamento crea spazio per i tiri di Ere, mortifero dalla lunga distanza (36-30 dopo 25′). Il fallo di Troutman toglie definitivamente dal gioco il lungo irpino – abulico e nervosto stasera – e complica i piani di Pancotto. Caserta si avvicina fino al -3 (36-33) ma l’energia sdi Nelson, accompagnata alla buona vena di Szewczyk e dal canestro allo scadere di un Porta molto attento riesce a chiudere con il massimo vantaggio di scarto (48-37 dopo 30′). La quarta frazione regala a Caserta la sensazione di poter tornare in partita, ma è pura illusione. Sugli scudi per Avellino Nelson, intelligente nello scegliere tra penetrazione e tiro, Porta, ordinato e diligente, e uno Szewczyk in versione ‘camionista’, sporco e cattivo al punto giusto.

Air Scandone Avellino – Pepsi Juve Caserta
(14-11; 21-20; 19-19; 21-16)

Air Avellino: Troutman 12, Dylewicz 4, Szewczyk 5, Lauwers 2, Brown 24, Akyol, Cortese 8, Iannicelli, Izzo, Napodano, Nelson 14, Porta 6.All: Pancotto.
Eldo Caserta: Koszarek, D’Isep, Parrillo, Di Bella, Michelori, Cardinale, Martin, Doornekamp, Ere, Zamo, Jones. ALL: Sacripanti

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