Il Vescovo Arturo ‘incanta’ i futuri infermieri del Moscati: “Non abbiate paura del contatto, il potere delle mani è immenso”

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Alfredo Picariello – “Stare a contatto con il dolore è sempre una scuola”. E’ una vera e propria lezione di vita quella che il Vescovo di Avellino “impartisce” agli studenti delle lauree triennali nelle Professioni Sanitarie dell’Azienda Ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino, sede distaccata dell’Università degli Studi “Luigi Vanvitelli” di Napoli. Monsignor Aiello, come sempre, parla a braccio e intervalla il suo intervento con sorrisi, infarcendolo anche di citazioni dotte, una di Marx su tutte.

Gli allievi infermieri, fisioterapisti e tecnici di radiologia ascoltano con attenzione. Nessuna distrazione per circa 30 minuti. Ad accogliere il Vescovo ci sono la musica ed un applauso scrosciante. “Il mio obiettivo è parlare con tutti voi, anche con chi non ha una relazione meravigliosa con la Chiesa cattolica. Per tutti voi, mi auguro due cose. Di ammalarvi della malattia delle persone che curerete e di non ammalarvi”.

Con calma e dovizia di particolari, Vescovo Arturo spiega i due concetti che, apparentemente, sembrano andare in contrasto. “Ciascuno di voi – dice – sappia oltrepassare la soglia del professionismo algido. Avrete a che fare con delle persone, non con degli oggetti. Il professionista algido è colui che fa delle prestazioni. Ma le prestazioni si fanno sulle cose. Occorre essere empatici. L’empatia è il plus valore, senza empatia ci sarà poca possibilità di incidere realmente. Ricordatevi sempre che sarete a contatto con la vita e con la morte delle persone”.

“Vi auguro di non ammalarvi”. Il Vescovo passa alla spiegazione del secondo concetto. “Bisogna essere bravi anche ad avere una sana distanza. In ogni rapporto importante, per ottenere degli effetti positivi, un’eccessiva vicinanza non aiuta. Ricordatevi sempre che non incontrerete la malattia, ma uomini e donne malati. Non abbiate paura di toccare, non abbiate paura del contatto. Il potere delle mani è un potere immenso. Una semplice carezza sarà ricordata più di qualsiasi guarigione”.

Lezione di vita per tutti, anche per il direttore generale del “Moscati”, il dottore Percopo, ed il direttore sanitario, la dottoressa Conte che, in prima fila, hanno assistito attenti a tutto l’intervento del Vescovo. In quell’Aula Magna, non c’è dubbio, si è creata un’atmosfera magica che, in tanti, non potranno dimenticare molto facilmente. Il messaggio finale è, ovviamente, dedicato alla Pasqua: “Per noi sarà la Pasquale del Signore, restiamo nell’ambito della fede che è sempre la cosa più sicura”.