Per la prima volta il carcere femminile di Pozzuoli ospiterà detenuti di quello maschile di Secondigliano. Ma solo per una sera, e solo in scena. A rendere praticabile la collaborazione tra i due istituti è l’associazione Il carcere possibile onlus che, presieduta da Riccardo Polidoro, propone per il quinto anno la rassegna teatrale omonima. E non è certo stata una presentazione di rito quella di venerdì mattina al Mercadante dove lo spaccato a tinte forti della condizione carceraria campana consegnata da Polidoro si è scontrata con quella assai più edulcorata rappresentata da Claudio Floris, esponete del Provveditorato regionale. Due visioni in contrasto: da una parte sovraffollamento, rischio influenza, condizione igienico-sanitarie disastrose, dall’altra ordine, sicurezza pulizia. Nel mezzo gli interventi degli operatori volontari che hanno raccontato la fatica di lavorare in condizioni che in Campania si fanno sempre più difficili.
GLI ISTITUTI TEATRALI – Quest’anno a dispetto dell’assenza del minorile di Nisida, il carcere caro a Eduardo che per primo avviò la collaborazione tra teatro e penitenziari (non partecipa per mancanza di fondi) si è allargato il numero degli istituti partecipanti. Che sono: quelli di Aversa (Opg), Airola (Minorile), Benevento, Eboli, Lauro, Poggioreale, Pozzuoli (Femminile) e Secondigliano.
Si parte mercoledì 23, alle 18.30, con Ragazzi di vita messo in scena dall’Istituto penale minorile di Airola (Benevento) con la regia di Antimo Nicolò. Con i detenuti recitano anche Enza Di Caprio, Enrico Iuliano, Emanuele Lepore, Sonia Nicolò. Alle 20 toccherà agli ospiti di Poggioreale che si cimentano in E non si era d’autunno… Libertà un pò a cura di Patrizia Giordano. Giovedì 24 i ragazzi di Eboli raccontano alle 18,30 ‘O cunto d’o quatto ‘e coppe, ovvero la metafora di quella che si crede una carta di nessun valore. Alle 20, l’Istituto di Benevento e Agita Teatro portano in scena Angeli a cura di Salvatore Guadagnuolo dall’Odissea e Ubu re. Venerdì 25 alle 20 una compagnia longeva, i Liberanti dell’Istituto di Lauro, intraprende un viaggio shakespearino speciale, che vede su una barca Otello e Jago. Il progetto è di Antonella Monetti che, a partire da un grande classico reinterpretato in napoletano, consegna storie di uomini nella tempesta.