Avellino – Sabato, alle 21, e domenica, alle 18,30, il Teatro Carlo Gesualdo propone, con interpretazione e regia di Carlo Giuffrè, “Il Sindaco del Rione Sanità”. Testo attualissimo e classico insieme, nel suo dipanarsi tra le istanze della legge e della giustizia e quelle dell’omertà, dell’ignoranza e della prepotenza, è un dramma d’ambientazione tipicamente napoletana. Era il ruolo preferito da Eduardo De Filippo, quello di Antonio Barracano, protagonista della commedia in tre atti “Il Sindaco del Rione Sanità”. Sabato alle 21 e domenica alle 18,30 al teatro Carlo Gesualdo di Avellino, a rivestire i panni del capoquartiere e “uomo di onore” che amministra la giustizia nella celebre zona di Napoli sarà l’attore Carlo Giuffrè, custode della grande tradizione attoriale napoletana. Un gradito ritorno al Gesualdo per il celebre custode della grande tradizione attoriale napoletana. Lo scorso anno pioggia di applausi al Comunale per un classico della commedia di Scarpetta “Il Medico dei Pazzi”. Nuova conferma di un cartellone allestito nel segno del gusto e della fruibilità, ma soprattutto della qualità. Ad affiancarlo sul palcoscenico un cast d’eccezione: Alfonso Liguori, Piero Pepe, Aldo De Martino, Antonella Lori, Massimo Masiello, Gennaro Di Biase, Vincenzo Borrino, Roberta Misticone, Enzo Romano. La regia di questo allestimento è dello stesso Carlo Giuffrè, le scene ed i costumi di Aldo Terlizzi, le musiche originali di Francesco Giuffrè. Attore di teatro di grande talento, conosciuto al grande pubblico anche per il suo sodalizio artistico con il fratello Aldo, durante la sua intensa carriera Carlo Giuffrè ha interpretato la maggior parte delle commedie napoletane del grande Eduardo, grazie alle quali ha manifestato le sue doti di attore dalla vocazione comica e grottesca. Del repertorio dell’autore ha messo in scena, anche come regista, commedie come Le Voci di dentro, Napoli milionaria!, Non ti pago e la celeberrima Natale in casa Cupiello. Numerose sono anche le sue interpretazioni cinematografiche e in fiction televisive. Fra legge e giustizia, coscienza e omertà, ignoranza e prepotenza, “Il Sindaco del rione Sanità” è un dramma d’ambientazione tipicamente napoletana che disegna una vicenda umana e civile tra le più desolate e sofferte del teatro eduardiano. Scritta nel 1960, è una delle commedie più amare dell’autore, ma anche delle più amate. Nasce da una visione polemica e disperata della società, nella quale domina la violenza del forte, dove i deboli sono irrimediabilmente perduti. L’unica soluzione che rimane è amministrarsi la giustizia da soli. Ed è proprio quello che decide di fare Antonio Barracano, che vive nel popolare rione Sanità dove, riconosciuto come sindaco da tutti i diseredati, amministra la legge con criteri singolari, nel rispetto di tutti. La sua è un’incessante opera di giustizia verso i poveri e gli ignoranti, una vera e propria missione che lo porta a sacrificare la propria vita, nel tentativo di sedare un conflitto. Eduardo stesso aveva indicato “Il Sindaco” come il suo ruolo preferito, uno dei personaggi più interessanti da interpretare, ispirato ad un individuo reale discusso e discutibile, ma innegabilmente ammirato e temuto, forse il primo dei suoi “ossimori viventi”, come scrisse la critica. Eduardo costruisce, così, un eroe, crea un idolo polemico, propone un personaggio che in buona fede fa del male, un giusto che perpetua l’ingiustizia. E’ sicuramente uno dei personaggi più complessi del suo Teatro. La regia di Giuffré sottolinea, del testo, il suo valore di monito, una necessità, una presa di posizione, ma anche e soprattutto una speranza nel domani, in un momento in cui Napoli vive un crescendo di criminalità. Eduardo con la sua arte immortale, in pratica, ha previsto quello che sarebbe successo nel futuro a Napoli, ossia il sanguinoso passaggio di potere da personaggi del popolo – ma comunque animati da un codice di valori – alla camorra, spietata e violenta, capace di individuare nel denaro l’unico valore da perseguire.
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