Il senatore D’Onofrio: “De Mita, la massima espressione dei condizionamenti, Bassolino…del doroteismo”

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di Teresa Lombardo – Contro i cambi di casacca. Contro i ribaltoni. E’ l’Udc del senatore Francesco D’Onofrio. Un partito posizionato “laddove ci hanno portato gli elettori”. Un partito che dovrà contribuire al successo delle regionali. Dichiarazioni rese nella sala dell’Hotel de la Ville di Avellino. Al tavolo i candidati in corsa verso Palazzo Santa Lucia – Antonio Macario, Carmine Antonio De Vita, Vincenzo Pratola, Gennaro Romei – il rappresentante del listino Bocchino, Angelo D’Amelio. Introduce il sindaco di Sturno, Franco Di Cecilia, il cui excursus pone l’accento “su una provincia che accusa il precoce invecchiamento a causa di una conflittualità che non fa crescere. Credo che la misura sia colma. Credo che il centrodestra debba creare le condizioni per la svolta. Ritengo che questi candidati debbano rappresentare la nostra provincia ponendosi in alternativa ad un’amministrazione Bassolino strisciante e latente. Abbiamo investito il meglio della classe dirigente … perché la nostra provincia non deve più inchinarsi”. E’ Vincenzo Pratola invece a porre l’accento sull’annosa questione rifiuti “che dimostra il fallimento della gestione del Governatore della Campania che si è dimesso dal suo incarico quando ha capito il fallimento. Ho avuto rispetto di De Mita ma era inevitabile che facesse parte della corte di Bassolino”. Accuse che vanno al sodo: “Cosa hanno fatto in 5 anni per ripianare i debiti della Sanità. Ci sono balzelli continui. E’ accertato che i servizi non funzionano”. “Questa gente dove è stata?”, è l’interrogativo che riprende l’esponente regionale Macario. “La loro è stata la politica dei grandi annunci”. Chi rincara la dose, è il consigliere comunale Gennaro Romei: “Credo che siamo in un momento epocale in provincia di Avellino. Brucia a Manocalzati una discarica privata; lì bruciano i rifiuti; si scopre la diossina. Eppure i nostri parlamentari rispondono con il silenzio. Prima c’era la classe dirigente, oggi un fortino da affrontare. Farlo significa essere pazzi”. Ma ciò non si traduce in una non battaglia. “La nostra sarà opposizione, non testimonianza. Il tutto contro le irregolarità: vedi il bando di concorso degli ausiliari al traffico pubblicato dal Comune di Avellino: la società se ne è scappata. Troppe le raccomandazioni, forse”. Dalle bacchettate agli inviti: “Viviamo recuperando il senso della politica. Una politica tesa al cambiamento. E’ questo il nostro impegno – commenta l’esponente Angelo D’Amelio – un impegno contro la politica di posti e posticini; contro le diatribe sterili del centrosinistra dove si discute se nel listino debbano entrare la moglie o il cognato (la stoccata è diretta all’Udeur di Clemente Mastella, ndr). Nella Regione il governo non è stato capace di gestire l’ordinaria amministrazione”. Contro tutto questo “è necessario il cambiamento. Ci giochiamo – sostiene l’onorevole Arturo Iannaccone – l’opportunità e la possibilità di continuare a rappresentare il rinnovamento. Siamo ad un bivio: la provincia ha accusato ritardi. Ha mantenuto una classe dirigente che avendo perso la capacità di sviluppare le azioni si è incattivita. È una classe dirigente che ha determinato una frattura tra potere e cittadino”. E prendendo a prestito una frase di Aldo Moro “’Noi non siamo un incidente della storia’… L’Udc nella nostra provincia rappresenta la restituzione della funzione dei valori. Il futuro delle nuove generazioni… il futuro di chi ritiene che la politica possa essere un mezzo di riscatto”. “Assistiamo ad un paradosso. Ci si candida quando si è operato bene, invece ci troviamo di fronte ad un presidente che si ripropone nonostante i suoi fallimenti. La Regione è stata ostaggio della contesa De Mita- Mastella-Bassolino. Chi voleva una delega, chi voleva un assessore, chi una poltrona all’Asl”. Propositivo l’intervento del senatore Francesco D’Onofrio, profondo conoscitore, e non poteva essere altrimenti, della storia politica nazionale e non solo. Diversi gli inviti alla componente irpina di ripartire dal territorio e di esercitare il primato della persona sullo Stato. E’ da qui che l’Udc deve riprendere il discorso. “Perché l’Irpinia ha bisogno di un supplemento di interesse. L’Udc non è più un cespuglio ma un albero”. Certo non mancano le difficoltà: “Avete scelto una stagione difficilissima. Si era abituati a vivere in una terra dove l’emancipazione viaggiava di pari passo con il grande esercizio di potere locale. Questa la forza del demitismo. Vi ritrovate a combattere la battaglia di libertà contro un potere che oggi non c’è…”. Poi l’interrogativo: “Perché non rendete visibile il senso di battaglie in un contesto di potere che non vi appartiene?… Cercate di diventare il partito dei consigli comunali e non dei sindaci. Fate diventare la vostra, la battaglia dei consiglieri. Dovete essere il partito della base popolare territoriale. Il partito che dà un’anima popolare. Fate partire ad Avellino questo messaggio. Occorre liberare la società da alcune forme di potere ossessivo e da condizionamenti radicati”. ‘Strapotere’ che ha messo le radici in un territorio, quello campano, dove “Bassolino è la massima espressione del doroteismo. Non mi meraviglia che la moglie di Mastella sia nel listino perché si segue la logica del ribaltone”. Un messaggio chiaro per dire: create una alternativa vera.

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