Marco Imbimbo – Una conferenza di fine mandato necessaria ad illustrare tutto il lavoro svolto, in cinque anni, ma togliersi anche qualche sassolino dalle scarpe contro «le vigliaccherie ricevute dai mentitori di professione».
Paolo Foti saluta la città accompagnato dalla sua squadra di governo, ma prima una precisazione sulla sua mancata partecipazione agli incontri elettorali: «Non voglio causare distrazioni mediatiche», spiega.
Questi cinque anni di amministrazione sono stati di «gioie e dolori – ammette – ma lascio Palazzo di Città con la consapevolezza di aver servito Avellino con onestà e trasparenza». Non è stato facile amministrare date le condizioni economiche del Paese e del Comune, ma rivendica con orgoglio l’aver «scongiurato il dissesto finanziario dell’ente. Sarebbe stato più comodo, ma avremmo condannato una città».
Invece la sua amministrazione si può vantare di aver risanato le casse dell’ente, ma anche sbloccato problematiche antiche, a cominciare dall’Isochimica: «Tra pochi giorni pubblichiamo il bando per la bonifica». Poi c’è la Bonatti che «a fine mese riapre», ma anche il recupero di tanti fondi che rischiavano di finire in perenzione.
«Devo ringraziare l’ex governatore Caldoro con cui siamo riusciti a fare 3 ri-programmazioni del Piu Europa e recuperato i fondi per far ripartire i lavori. Tutto risolto in pochi giorni». Ammette, però, che il dialogo con il governatore De Luca è stato più difficile: «Non posso dire di aver trovato la stessa disponibilità di Caldoro. Con De Luca ci abbiamo messo 6 mesi per sbloccare la vicenda del centro per l’Autismo».
Polemiche a parte, la sua amministrazione è riuscita a iscrivere nel patrimonio comunale strutture come «la Dogana, l’Eliseo e il terreno del centro per l’Autismo». Per non dimenticare la questione rifiuti: «Insieme all’assessore Penna abbiamo eliminato le discariche a cielo aperto in città, con l’avvio del porta a porta».
Non è stato facile lavorare anche perché «quando siamo arrivati abbiamo dovuto riconoscere 18 milioni di euro di debiti fuori bilancio, seppelliti da qualcuno in passato. Eppure oggi qualche sempliciotto rilascia dichiarazioni fuori luogo su questo argomento». Foti, che in questi 5 anni ha ricevuto vari avvisi di garanzia, li vede come un vanto perché «vuol dire che non ho pettinato le bambole. Uno riguarda le polveri sottili e ringrazio il comitato di Piazza Kennedy per l’esposto in Procura, aspettavano me per presentarlo», dichiara ironicamente.
Sugli avvisi di garanzia si dice certo di uscirne pulito, ma poi ci saranno contromosse come quella che riguarda il Bilancio 2013. «A sentenza emessa, chiederò un mega risarcimento danni di tutti quei delatori che, il 24 del mese prendono lo stipendio al Comune, per poi sputargli addosso».
Ma i sassolini dalle scarpe se li leva anche verso quanti, in Consiglio Comunale «hanno fatto allusioni, sproloqui, raccontato fattarelli in giro sul mio conto. Un’autentica vigliaccheria. Si devono vergognare, sono mentitori di professione».
Nonostante questi attacchi, Foti si prende il merito di aver tenuto alta la bandiera del Pd facendo «anche finta di non capire, però ho visto porcherie e tradimenti. C’è chi ha raccolto firme per sfiduciarmi dopo 6 mesi di loro». Se questa amministrazione è riuscita ad arrivare a fine mandato è solo grazie a «11 o 12 consiglieri che ci hanno sempre supportato, altrimenti anche i fuggitivi sarebbero andati a casa, insieme a tutti noi».
Al commiato davanti alla città hanno partecipato anche gli assessori della sua squadra di governo, a cominciare da Augusto Penna (Ambiente): «A leggere i programmi dei vari candidati sindaco, sembra che non abbiamo fatto niente, come la raccolta differenziata o recuperare i fondi per la bonifica dell’Isochimica, del rio San Francesco, dell’inquinamento da onde elettromagnetiche», ironizza.
Maria Elena Iaverone (Finanze) invece ribadisce il grande lavoro fatto sui conti del Comune: «Non era facile riconoscere tutti quei debiti fuori bilancio, ma abbiamo avuto anche il merito di incassare 13 milioni di euro dalla lotta all’evasione. Nel nuovo bilancio lasciamo al successore quasi 60 milioni di euro di opere finanziate». Arturo Iannaccone (Fondi Europei) sottolinea il grande lavoro fatto per creare l’area Vasta, ma anche il documento di orientamento strategico, mentre Bruno Gambardella (Cultura) ricorda «l’acquisizione dell’Eliseo, il festival di teatro amatoriale, il Laceno d’Oro che è ritornato nel piazzale dell’ex Gil». Così come Costantino Preziosi spiega i tanti lavori portati a termine e quelli prossimi alla consegna «da piazza Libertà a Bonatti e Tunnel».