Avellino – “Il Partito democratico ha scelto di andare da solo alle prossime elezioni, la scelta è contraddittoria rispetto alla nostra cultura, recupera la logica proporzionale, ma non è in solitudine ed invita a tenere una posizione che non risponde a logiche di ambiguità”. Giuseppe De Mita, coordinatore provinciale del Partito democratico, aprendo i lavori del comitato provinciale fissato per ieri sera presso la sede del partito di via Tagliamento, ha subito chiarito che in questa fase occorre chiarezza e coerenza e che quindi ipotesi politiche alternative al centrosinistra non possono trovare spazio perché alimenterebbero l’idea di voler fare forme di aggregazioni generiche. De Mita ha chiarito che l’osservazione non riguarda soltanto l’Udeur, “ci limiteremo a prendere atto delle loro decisioni – ha affermato – non abbiamo l’esigenza di scrivere sentenze” ma chiunque decidesse di muoversi in maniera ambigua nel centrosinistra. Il coordinatore, commentando il regolamento appena approvato in vista delle elezioni, ha proposto che sia costituito almeno un circolo per ogni comune, ma ha scartato l’ipotesi di celebrare i congressi, perché in un momento elettorale si rischierebbero inevitabili spaccature, contrariamente a quello di cui si ha bisogno: allargare il più possibile la base della partecipazione. “Faremo la campagna elettorale sui problemi della Campania, la crisi è molto più profonda e siamo chiamati ad assumere la nostra responsabilità dimostrando cosa siamo in grado di fare – ha poi aggiunto De Mita – lavoreremo nella continuità di un impegno che non significa conservazione ma capacità di essere punto di riferimento sul territorio”. Il presidente della Provincia, Alberta De Simone, ha tracciato un quadro locale tutto sommato positivo, ma ha evidenziato che in Irpinia paghiamo per un problema nazionale, che è quello salariale, non percepito in tempo e per il dramma dei rifiuti, che ha inquinato anche la lotta politica. La De Simone ha ricordato che la Campania è stata determinante per la vittoria di Romano Prodi e del centrosinistra e che, quindi, occorre una iniziativa di solidarietà verso quella regione e non la criminalizzazione di Bassolino. Ancora due questioni: il presidente della Provincia ha detto no alla fuga dalla Regione verso un portone aperto, “Anche se lo statuto lo consentirebbe – ha osservato – non sogno nemmeno lontanamente che per imboccare un portone migliore mi dimetto e faccio cadere la Provincia”. Ha aggiunto che il vero nemico del Partito democratico è il mastellismo come teoria politica e sulla candidatura di Ciriaco De Mita ha sottolineato che l’ex presidente del consiglio dei ministri deve avere la deroga, ma ci vuole anche una ventata nuova. Numerosi gli interventi: Giuseppe Di Iorio ha affermato che il Pd sconta la questione regionale, che non è la crisi di un uomo al comando, ma di un intero sistema che occorre rinnovare, mentre Lello De Stefano ha giudicato ignobile quanto realizzato dall’Udeur ed ha lanciato un appello affinché nelle prossime settimane si possa ripetere la straordinaria esperienza del 14 ottobre. Più articolato il ragionamento di Franco Vittoria, presidente della Comunità Montana Vallo Lauro-Baianese, secondo il quale occorre prendere atto che è finita una stagione politica e che sulle candidature bisogna individuare un criterio chiaro, che è quello delle primarie. Tra i presenti: Enzo De Luca, Rosa D’Amelio, Giuseppe Galasso, Vincenzo Sirignano, Domenico Covotta, Giuseppe Solimine, Pietro Foglia, Luigi Anzalone, Francesco Todisco, Luana Evangelista, Valentina Paris, Marisa Di Cecilia, Nicola Di Iorio e Franco Maselli.
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