Il Palio non si fa, ma l’Amministrazione non lo sa

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Mentre la coalizione di maggioranza in Consiglio Comunale è impegnata a scrivere comunicati stampa per spiegare la sua posizione intorno alla querelle tra la Segretaria Caterina Lengua e l’ex vicesegretario Francesco Todisco, cresce tra i cittadini la delusione per l’annullamento della XIX Edizione del Palio della Botte.
Un vero e proprio colpo di scena per gli amministratori Comunali, che complice il gran caldo e l’afa di questi giorni, non hanno avuto il tempo di accendere i televisori, o leggere i quotidiani online per apprendere la notizia. Infatti, sia l’assessore Nunzio Cignarella che ha rilasciato una dichiarazione al Ciriaco, sia il Presidente del Consiglio Comunale, Livio Petitto, sentito al telefono, erano ignari della conferenza stampa che ha tenuto Don Emilio Carbone per annunciare lo stop alla manifestazione, a causa delle continue esitazioni mostrate dal Comune. Off-Limits il resto della squadra, che ha i telefoni fuori uso.
Chi invece ha avuto il tempo per apprendere la notizia è stato l’ex assessore alla cultura, Salvatore Biazzo, tra i maggiori sostenitori, nel corso del suo mandato, della tradizionale competizione che coinvolge le contrade del capoluogo. “Ho sempre guardato al Palio come il fiore all’occhiello della città, principalmente per due motivi: prima cosa era occasione di aggregazione tra il centro e la periferia, è infatti un evento che è in grado di riunire in una sana competizione i diversi quartieri avellinesi; seconda cosa, nonostante la storia non ne confermi l’origine, è l’unica vera iniziativa che appartiene alla tradizione avellinese. Sono anni che va in scena ed è per questo che all’epoca del mio assessorato pensai di allargarne la portata per darle un eco nazionale”.
Lo stesso Don Emilio Carbone, a margine della sua conferenza, ha tenuto a specificare che Salvatore Biazzo aveva messo in piedi un progetto, presentato alla Regione, che prevedeva un finanziamento di 170mila euro, purtroppo nel 2010 quando il giornalista lasciò l’incarico in giunta a causa dei disaccordi con l’allora sindaco Galasso, il prospetto rimase in cassaforte e non fu più ripreso. “Nell’ambito del mio assessorato, realizzai un disegno che chiamai Abellinum che per la prima volta guardava al capoluogo come città circolare, coinvolgendo i Comuni limitrofi, Atripalda, Mercogliano, Monteforte. L’idea incontrò il parere favorevole della Regione, ma chi mi succedette congelò tutto, nonostante io avessi lasciato la documentazione opportuna per proseguire nella direzione presa”.
Il suggerimento di Biazzo all’attuale esecutivo è avere una strategia: “Non basta dire mancano le risorse economiche, perché i soldi si trovano attraverso progetti validi e credibili che permettano ad Avellino di riproporsi sul piano regionale come alternativa a Salerno e Benevento. Quando organizzai il 250esimo ferragosto avellinese reperire 170mila euro grazie agli sponsor che crederono nel progetto. Qual è la strategia dell’attuale amministrazione rispetto alla cultura? Di certo non può essere quella della campagna elettorale che rispondeva ad altri fini. Il recupero della cultura in base a che cosa avviene? Invece di fare delibere sui supersantos perché non si è attivata a realizzare un Ferragosto Avellinese più dignitoso?”
E infine conclude:“Mi sembra che il nuovo esecutivo abbia iniziato un po’ in sordina non mantenendo la promessa della svolta”.

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