Il Museo civico di Villa Amendola nel “Sistema museale irpino”: nuovi reperti in esposizione

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Di seguito la nota di Alberto Iandoli, curatore del Museo Civico di Villa Amendola:

“Quando due anni fa aprimmo al pubblico, a Villa Amendola, il primo nucleo del Museo Civico, decidemmo con il Prof. Nunzio Cignarella, allora Assessore alle Politiche Culturali e Promozione della Città, di chiamare quella che di fatto era l’inaugurazione del Museo Civico cittadino, “Anteprima Museo”, perché a quel racconto di storia avellinese che parte dall’elevazione della nostra città nel 1806 a Capoluogo di Provincia, e arriva sino al sisma del 23 novembre 1980, un racconto fatto per immagini, testi e cimeli vari di storia cittadina, sistemati nelle sale dell’edificio di via due Principati, mancavano dei passaggi importanti, costituiti nella concretezza da talune testimonianze materiali di storia locale che, le lungaggini burocratiche, e diciamolo pure, l’esiguità delle risorse economiche dell’Ente impedivano in quel momento di poter esporre all’interno del neonato Museo che, ripeto, ugualmente decidemmo di aprire al pubblico, anche se “incompleto”, come esperimento, per sondare il grado di gradimento della cittadinanza verso questa nuova istituzione culturale cittadina.

E gradimento c’è stato, e le tante firme dei visitatori del Museo raccolte in appositi registri in questi primi due anni di vita del Muse , e sovente non solo quelle, ma anche, e soprattutto le tante frasi di incoraggiamento ad andare avanti, a continuare cioè a percorrere il cammino intrapreso, sono stati da sprone per il sottoscritto, per gli Uffici del Settore Cultura e più in generale per l’Amministrazione comunale per il prosieguo, che si è reso possibile anche grazie ad un finanziamento regionale pari a 78.000,00 euro.
Lo scorso mese di novembre con la Dirigente del Settore Cultura, la Dott.ssa Carmela Cortese e con il tecnico incaricato della direzione dei lavori, l’Arch. Vito Guerriero, subentrato a seguito delle dimissioni dell’Arch. Anna Freda, che con l’Arch. Gennaro Salatiello sono i tecnici di Palazzo di Città a cui si deve la progettazione dell’intervento, che sento il dovere di ringraziare per l’ottimo lavoro svolto, abbiamo maturato la decisione di chiudere temporaneamente il Museo, per consentire alla Ditta Lanza di Grottaminarda, aggiudicatrice dei lavori, di poter operare con maggiore tranquillità all’interno della struttura, anche se ad essere interessata dai lavori era solo una parte dell’edificio di via Due Principati. Il tutto si è svolto rapidamente, grazie anche alla preziosa disponibilità della Dott.ssa Antonella Cucciniello, già Funzionario della Soprintendenza alle Belle Arti e al Paesaggio delle Province di Salerno e Avellino, nel frattempo promossa a Direttrice di Palazzo Reale a Napoli, e sostituita dall’altrettanto disponibile Funzionario degli Uffici locali del MIBAC, la Dott.ssa Paola Apuzza.

Il Museo Civico di Villa Amendola, terminati i lavori previsti nel Progetto “Sistema Museale Irpino” riapre le sue porte alla cittadinanza dunque, e con gioia e soddisfazione mi sento di affermare che esso è più bello di prima! All’esposizione museale da me pensata e realizzata per l’apertura al pubblico del gennaio 2014, che è stata rivista ed in parte modificata già nel corso di questi primi due anni di vita del Polo Culturale di Villa Amendola, e ciò alla luce di nuove acquisizioni al patrimonio del Museo, e con ciò mi riferisco alle donazioni Biondi e Giovannitti, si vanno ora ad aggiungere in uno spazio dedicato ai due secoli di governo feudale della città di Avellino da parte della famiglia dei principi Caracciolo, il Carlo II d’Asburgo di Cosimo Fanzago, pregevole scultura in bronzo fuso a cera persa, risalente al 1668, opera come ricordavo di Cosimo Fanzago, che è riconosciuto maestro del Barocco napoletano, che è stato tra gli allievi migliori di Gian Lorenzo Bernini, e che ha lasciato significative tracce del suo lavoro nella città di Avellino, e con ciò mi riferisco alla sistemazione dell’antica Piazza Maggiore di Avellino, oggi Piazza Giovanni Amendola, alla facciata della Dogana dei Grani, dal Fanzago ridisegnata ed impreziosita da statue e decorazioni varie, alla Fontana di Bellerofonte in Corso Umberto I, all’altare Maggiore della Chiesa Cattedrale e alla Santa Teresa in estasi della chiesa del Carmine al Triggio.

Ma da lunedì 22 febbraio il visitatore, che varcherà l’ingresso del Museo Civico di Villa Amendola, non troverà ad attenderlo, tra le novità del nuovo allestimento museale, soltanto il Carlo II d’Asburgo di Fanzago ma anche, sempre negli spazi del Museo dedicati ai due secoli di governo feudale della città di Avellino da parte della famiglia Caracciolo, il busto virile e quello muliebre in pietra calcarea bianca e lo stemma della città di Avellino, un tempo posti nelle nicchie superiori della Fontana di Bellerofonte, in Corso Umberto I, reperti questi risalenti al 1669, anno questo in cui sempre l’architetto e scultore Cosimo Fanzago, su commissione dell’allora signore di Avellino, il principe Francesco Marino I Caracciolo, trasformò un rozzo abbeveratoio dell’antica via Costantinopoli, oggi Corso Umberto I, in una elegante fontana, che ancora oggi possiamo ammirare.
Nel nuovo allestimento museale di Villa Amendola ha trovato degna collocazione ancora una pregevole statua lignea a figura intera che riproduce S. Francesco di Paola, opera databile tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, appartenuta alla famiglia dei Principi Caracciolo, e frutto dello scalpello di Giacomo Colombo, padovano di nascita ma napoletano di adozione, che fu allievo di Nicola Fumo, che nella città di Avellino realizzò il simulacro della Madonna Assunta, e che collaborò con Francesco Solimena nei lavori di quest’ultimo a Napoli, nella Cappella del Tesoro di San Gennaro e nella Certosa di San Martino.

Sempre nella parte del Museo, dedicata all’Avellino dei Caracciolo, sarà ora possibile ammirare anche l’autoritratto di Cosimo Fanzago, un bassorilievo circolare in bronzo fuso a cera persa, che è uno dei due autoritratti dell’importante architetto e scultore del ‘600 giunti a noi.
Ma i lavori eseguiti a Villa Amendola, resi possibili grazie ai fondi POR-FESR Asse 1 Obiettivo Operativo 1.9, concessi dalla Regione Campania, hanno fatto sì che il Museo Civico venisse dotato di un moderno sistema di videosorveglianza, di una Sala Conferenze e Proiezioni, con ottanta posti a sedere, e una Sala Multimediale con quattro postazioni computer di ultima generazione, che a breve saranno a disposizione, mi auguro, soprattutto dei giovani della città di Avellino. Il tutto è finalizzato a potenziare l’offerta all’utenza del Museo e per sottrarre lo stesso dalla “staticità” che purtroppo caratterizza talune istituzioni culturali, specie nel Mezzogiorno d’Italia. A Villa Amendola chi viene a visitare il Museo Civico, che nelle sue sale è ospitato, deve ritornarci perché attratto sempre da qualcosa di nuovo e stimolante: da qui l’idea di allestire una Sala atta ad ospitare conferenze e proiezioni, da oggi a disposizione per convegni, seminari di studio, di cui prima parlavo, e quella di ampliare ulteriormente il Museo con una Sezione dedicata alla Pinacoteca Civica, di cui anche mi sto occupando, che ad oggi è già a buon punto della sua attuazione, in cui troveranno permanente sistemazione opere di artisti irpini del XIX e XX secolo, alcune già patrimonio dell’Amministrazione comunale, altre che sto raccogliendo, grazie alla sensibile generosità di privati. Altri spazi, ancora nelle disponibilità del Museo, con l’Assessore Teresa Mele pensiamo di dedicarli a Sala Mostre temporanee, in modo tale da poter ospitare a Villa Amendola, mostre iconografiche e documentarie a tema ed esposizioni d’arte, rendendo così, in piena attuazione il Progetto “Sistema Museale Irpino”.

Concludendo, Villa Amendola, sede del Museo Civico, è contenitore dunque deputato alla tutela delle memorie cittadine, ma deve essere anche fucina, fabbrica da mettere a disposizione di chi in città ha qualcosa di buono da dire e da fare.
Villa Amendola, insomma, è luogo fisico in cui sono custodite testimonianze di storia avellinese, ma anche luogo in cui mi auguro, da cittadino avellinese, possano essere scritte significative pagine di storia nostra, di cui andarne fieri!”

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