-di Antonio Porcelli – Nessuno lascia, nessuno che abbia un minimo di dignità per comprendere che il “loro tempo” è passato. Si applaude alla vittoria di Barack Obama in nome della vera democrazia, ci si riempie la bocca della grandissima partecipazione dei cittadini e del salto di qualità della reale democrazia, ma da noi nessuno lascia. Attaccati al potere come la cozza allo scoglio i marpioni della politica non desistono, anzi rilanciano. Nelle ultime ore pagine intere di insulti, proposte non comprensibili, animosità, veleni e promesse. Quest’ultime non mancano mai: basta leggere tra le righe e i soldi pubblici erogati spesso in modo superficiale e le nuove e vecchie leve della politica della parola si ripropongono con una faccia da bronzo a dispetto dell’intelligenza e della professionalità dei tanti dislocati nei 119 comuni irpini. La scuola di vita dei partiti è stata sostituita dall’appartenenza senza far riflettere i capi sugli errori e sulle prospettive del domani con il compromesso dell’ipocrisia ruffiana spesso accompagnata da un fondamentalismo becero e illibertario. Basta essere ex… senza voti, basta stare nel giro che conta, et voilà la Tour Eiffel, pardon la richiesta di… candidatura nei posti da privilegio viene avanzata e sollecitata con l’obbligo di non discutere e di sottostare al pedigree con tanto di libretto di vaccinazione. Siamo alla frutta o quasi. Anzi per essere più espliciti sono alla frutta. La politica delle poltrone figlia di antica memoria e consolidata attraverso escamotage insopportabili per l’opinione pubblica inizia davvero a nauseare per le furbate senza un minimo di dignità. Vi immaginate. ad esempio, un Presidente di Comunità Montana non ricandidabile nel Consiglio Generale della nuova C.M. per l’esclusione del comune di appartenenza nell’elenco approvato dalla Regione Campania che entra dalla finestra? E’ possibile. Fatta la legge trovato l’inganno: basta “entrare” per la scorciatoia di un altro comune facendosi nominare assessore anche se non residente o domiciliato. E’ la Legge del Nuovo Ordinamento e disciplina delle comunità montane viene così aggirata dopo l’emendamento approvato dalla Giunta regionale “in base al quale il consiglio generale della comunità montana è composta dai sindaci dei comuni partecipanti o da loro delegati scelti tra gli assessori e i consiglieri dei rispettivi comuni”. Vi immaginate un politico che si fa annunciare per essere candidato alle prossime consultazioni elettorali all’Ente Provincia senza passare attraverso le primarie ma solo in virtù della consistenza degli incarichi e delle antiche ed influenti amicizie che condizionano il voto? E’ possibile, basta alzare il tiro. D’altronde sono in aumento i moralisti, quelli che ai vecchi metodi sullo stile de “Il gattopardo” accelerano la volontà di perpetuare i vecchi schemi e le vecchie liturgie, dando l’impressione di lavorare per cambiare tutto con la paura di confrontarsi e presenziare sempre ed ovunque. Lo testimonia la presenza perpetua dei soliti numi tutelari, delle solite facce anche in assemblee dedicate ai giovani con un linguaggio spesso poco comprensibile ma con i riflessi dei “media d’appoggio”. Ed anche in Irpinia, seppur tra nani e ballerine, torna d’attualità il “succo” della celeberrima frase del romanzo di Tomasi di Lampedusa: “Noi fummo i Gattopardi, i Leoni: quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene: e tutti quanti, Gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra”.
Redazione Irpinia
Testata giornalistica registrata al tribunale di Avellino con il n. 422 del 21.5.2014
- Redazione – Via Dell’Industria snc – Pietradefusi (AV)
- 082573384
- redazione@irpinianews.it