Pasquale Manganiello – L’incontro organizzato da Giuseppe Gargani impone degli spunti di riflessione in ottica elezioni politiche per la formazione di centrodestra che si sta delineando in Irpinia. All’orizzonte c’è da siglare un patto tra gli alleati, con intese che peraltro ancora stentano a decollare. Tutto in itinere, quindi, con incontro previsto per il prossimo 8 gennaio e la definizione di un programma che possa trainare il carrozzone davanti a tutti il prossimo 4 marzo. I sondaggi danno il centrodestra intorno al 35%: l’effetto nazionale potrebbe trascinare anche la frangia irpina ad affrontare i competitors dei collegi uninomali e vincere. La linea di demarcazione, però, tra successo e tonfo è molto sottile e caratterizzata da questi 10 punti che possono far svoltare la situazione da positiva e nagativa e viceversa in base alle prossime fondamentali scelte.
1 – La cosiddetta Quarta Gamba del centrodestra è un’operazione che, con il Rosatellum, può effettivamente portare acqua al centrodestra nazionale. Una sorta di mediano che dà respiro ai fuoriclasse in avanti. Certo è che la platea vista ieri alla presentazione del progetto centrista irpino non trasudava nessun tipo entusiasmo. Una presentazione di un libro, certo, ma una proposta politica che, ai tempi dei social, annoia a morte.
2 – “Spazio ai giovani”, ha dichiarato ai cronisti l’ex parlamentare Ortensio Zecchino. Ecco, se quello di ieri è un fulgido esempio di giovani irpini rampanti, il centrodestra sta messo male.
3 – Su questa scia, voci di corridoio raccontano di Ettore Zecchino candidato all’uninominale nel Collegio Irpinia-Sannio e di Pellegrino Mastella in lizza nella circoscrizione beneventana. Una sorta di “lobbismo politico” che verrebbe immediatamente stroncato dagli elettori.
4 – Se Pietro Foglia, mister preferenze alle scorse Regionali, sembra l’uomo forte da candidare nel collegio Avellino (in lizza anche Sabino Morano), sono molti i nomi che circolano per il collegio del Tricolle. Considerando che Mimmo Gambacorta ha deciso di restare fuori dalla contesa, tra gli azzurri si fanno i nomi di Franco Lo Conte, Franco Di Cecilia, Generoso Cusano. Gente di partito che non fa certo scattare la scintilla emozionale.
5 – La squadra di Forza Italia, mai come questa volta, Silvio Berlusconi la vuole a sua immagine e somiglianza. Il team azzurro, collegio per collegio, circoscrizione per circoscrizione, lo deciderà lui. La «selezione dei candidati è e sarà materia di competenza esclusiva del presidente Berlusconi», ha fatto sapere il quartier generale del Cav dopo le indiscrezioni di stampa sul presunto “partito dei sindaci” incaricato di fare scouting sul territorio. Il «casting» avviene ad Arcore, dove ogni sabato sono ricevuti gli esponenti di quella «società civile» cui Berlusconi vorrebbe affidare fino a metà dei posti nelle liste forziste. Il processo è in atto da tempo e anche l’Irpinia è interessata.
6 – Difficile pensare che in provincia di Avellino la coalizione di centrodestra affiderà i collegi uninominali a Lega e Fratelli d’Italia. Le Lega punta al 5% in Campania, la Meloni ambisce a qualcosa in più. Non è escluso, però, che dai listini bloccati degli alleati irpini non possa uscire un nome buono per una poltrona a Montecitorio.
7 – Un ruolo chiave lo avranno anche gli avversari. Secondo i romours delle ultime settimane, nel Collegio Avellino il candidato di centrodestra se la vedrà con Angelantonio D’Agostino per la coalizione di centrosinistra, con Carlo Sibilia (se vorrà candidarsi anche nell’Uninominale) per il Movimento Cinquestelle e contro Giancarlo Giordano per Liberi e Uguali. Nel collegio Irpinia-Sannio Giuseppe De Mita parte da favorito e per batterlo occorrerà la “giusta risorsa”.
8 – Gargani chiede una nuova classe dirigente ma la strada è già segnata ed è quella del “made self man” che piace a Berlusconi. Cosimo Sibilia, Rotondi, la De Girolamo dovranno tirar fuori l’asso nella manica per non deludere Silvio. Ripagare il posto bloccato nel proporzionale con la proposta di tre candidature forti nei collegi (considerando anche il Senato) è il minimo richiesto da Arcore.
9 – Se Renzi ha mostrato tutta la sua propensione divisiva, Berlusconi è sempre stato un federatore. L’unità sui nomi e sulle intenzioni sarà fondamentale in questa campagna elettorale in provincia di Avellino.
10 – Di fatto i giochi sono tutti aperti. Nulla è stato ancora deciso e le scelte importanti saranno fatte nei prossimi 10 giorni. Il centrodestra non parte favorito in Irpinia ma, se non toppa nella strategia, potrà giocarsela face to face con le altre forze in campo.