Avellino – L’Istituto Autonomo Case Popolari fa i conti con un disavanzo, datato 31 dicembre 2005, pari a 2 milioni 651 mila euro. A comunicarlo il Presidente dell’Iacp, Giovanni Romano nel corso di una conferenza stampa che è servita a delineare lo status dell’Ente e le prospettive politico-amministrative figlie di un tandem d’eccezione Iacp-Regione Campania. Al tavolo i consiglieri regionali Franco D’Ercole e Mario Sena e il Segretario provinciale dei Verdi, Gianluca Festa in rappresentanza dell’assessore regionale Gabriella Cundari. A parlare sono i numeri. Quattro milioni di euro stanziati in tempo record dall’Assessorato all’Edilizia Pubblica di Palazzo Santa Lucia. Settemila gli alloggi presenti sul territorio irpino (di cui 500 destinati al piano vendita e un terzo localizzati in città tra Rione Mazzini, Rione Parco e San Tommaso). Duemila quelli da realizzare per un importo pari a oltre 40 milioni di euro. Undici milioni di euro la somma pignorata all’Ente di via Due Principati “a seguito delle modifiche alla legge sugli espropri”. 1500 miliardi i fondi destinati all’edilizia popolare ma dirottati dalla Regione verso altre emergenze (sanità, aree vesuviane, etc.). La boccata di ossigeno targata Cundari servirà ad assicurare i lavori di manutenzione e di adeguamento per il superamento delle barriere architettoniche. “Il resto – spiega Romano – potrà contribuire ad appianare parte del buco derivato dalla sentenza di pignoramento. Dopo il disinteresse mostrato nella ripartizione dei fondi destinati all’edilizia popolare, la Regione ha contratto un mutuo di 80 milioni di euro da distribuire agli enti delle cinque province campane”. Una somma che non ribalterà la situazione ma che consentirà all’Ente di respirare. A finire sotto accusa la mancanza di una ‘politica della casa’. Il numero uno dell’Istituto Autonomo Case Popolari lamenta l’assenza di contributi al reddito per il sostegno alle locazioni e sollecita la revisione dei canoni. Non solo. Romano ne ha per tutti. A chi definisce l’Iacp un grande ‘carrozzone’ risponde: “E’ necessario rilanciare tali strutture, pensarle come Enti di supporto alle amministrazioni, punto di incontro istituzionale tra centro e periferia”. A patto che si facciano gli interessi di chi ha bisogno. Un bisogno che non ha colori politici. A precisarlo l’on. D’Ercole che sollecita ad una verifica attenta della situazione reddituale dei locatari… magari attraverso un’anagrafe degli alloggi. Da parte sua Palazzo Santa Lucia vigilerà sulle somme da destinare all’edilizia popolare e favorirà il programma di confronto interistituzionale tracciato da Romano. (mari.mo)
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