I precari del Consorzio A1 scrivono a Napolitano: “Ci aiuti”

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Un gruppo di lavoratori del Consorzio per le Politiche Sociali dell´Ambito Territoriale A1, ha inoltrato una lettera al Presidente della Repubblica Napolitano per rappresentargli pubblicamente il grave problema del precariato che stanno vivendo dopo dieci anni di lavoro svolto ininterrottamente. Dopo dieci anni di lavoro precario ininterrotto e mal pagato, si ritrovano a dover “urlare con forza” il loro diritto ad un posto di lavoro stabile poiché, per logiche politiche sciagurate e dirette al bene di pochi, rischiano alla vigilia di un Avviso Pubblico bandito dal Consorzio A1 di perdere la concreta possibilità di continuare ad operare sul territorio. Di seguito il testo integrale della missiva.

Illustrissimo Presidente Napolitano, siamo un gruppo di lavoratori precari, che da dieci anni lavorano nelle politiche sociali del Consorzio di Comuni della Provincia di Avellino Grazie al nostro lavoro i servizi sociali del territorio, nel corso degli anni, hanno, un po’ alla volta, risposto sempre meglio al fabbisogno di minori, famiglie, anziani e disabili che nell’ultimo anno invece stanno nuovamente perdendo dignità sociale e civile. Tutta queste persone ci conoscono e noi conosciamo le loro vite i loro disagi. Questo perché I SERVIZI SOCIALI SONO RELAZIONI UMANE, SONO RAPPORTI CHE NOI ABBIAMO CON I CITTADINI DEI COMUNI DELL’AMBITO. Adesso il Consorzio ha pubblicato un bando di concorso per assumere altre persone, altri lavoratori che probabilmente andranno ad aumentare le file dei precari senza che a noi, attuali lavoratori dello stesso Consorzio siano riconosciuti gli anni di lavoro pregresso. Non è bastato lavorare con impegno e dedizione per anni cercando di investire in questa Azienda con l‘ansia di costruire qualcosa per sé e per il territorio di cui siamo parte; non è bastato accettare orari di lavoro eccedenti, carichi di funzioni e responsabilità non certo attribuibili ad un contratto di lavoro da precari che si sono rivelati veri solo per le misere paghe percepite; non è bastato accettare ridicole azioni mortificanti e svalutanti nei nostri confronti. CI HANNO CHIAMATI “nullafacenti beneficiari di assegni sociali mensili”. Perché questi signori non chiedono alla gente comune che cosa è stato in questi anni? NON SIAMO UN CARROZZONE, SIAMO PROFESSIONISTI SOCIALI, LAVORATORI CHE CREDONO NEL PROPRIO LAVORO: Bisognerebbe chiederlo alle persone anziane e non autosufficienti che hanno trovato un valido aiuto per lo svolgimento delle loro attività grazie all’assistenza domiciliare, alle famiglie che per anni hanno portato i propri figli ai centri prima infanzia, ai disabili che hanno vissuto momenti di svago dimenticando per un po’ le loro condizioni difficili e spesso, la loro solitudine sociale, partecipando ai soggiorni climatici e a giornate di socializzazione, a quegli anziani che hanno deciso di trascorrere del tempo insieme nei centri sociali polivalenti e nei centri diurni con attività motorie a loro dedicate e con altre attività di socializzazione, a quelle famiglie che hanno capito quanto sia importante il ruolo delle sport per la crescita dei propri figli e non potendo permettersi di sostenere un tale costo hanno aderito al progetto di attività per minori, a tutte quelle famiglie che hanno trovato nei nostri interventi il valido supporto psicologico per momentanei problemi di disagio familiare e sociale grazie al lavoro di psicologi e consulenti familiari, a tutte quelle famiglie che hanno trovato un aiuto nel trasporto sociale, per affrontare i “semplici” problemi di vita quotidiana come accompagnare i figli a scuola, o a visite mediche, ed ancora ad anziani e persone non autosufficienti che, in un territorio cosi vasto e territorialmente disomogeneo, usufruiscono del telesoccorso, a quelle coppie che hanno la volontà di trasmettere amore a chi è più sfortunato grazie al progetto di affido familiare, a quei ragazzi del servizio civile che sono stati un valido supporto nell’espletamento di molti progetti, a quei bambini che in ludoteca hanno trovato nuovi amici con i quali condividere nuove esperienze di gioco. Tutto ciò, ed altro ancora, parla di noi. TUTTI QUESTI SERVIZI SONO STATI FATTI DA NOI OPERATORI DEL PIANO DI ZONA SOCIALE DI ARIANO CHE PER DIECI ANNI HANNO AVUTO CONTRATTI CHE NON HANNO SUPERATO I 700,00 EURO AL MESE E CHE SPESSO PER MESI NON SONO STATI PAGATI. Il diritto alla continuità del lavoro e alla stabilizzazione del precariato è un diritto sacrosanto difeso da tutti. Con i sindacati CGIL, CISL, UIL e UGL stiamo lavorando da anni per far valere questo principio, ma politiche territoriali disattente non vogliono che si attui questo principio. CI VOGLIONO CACCIARE………. IL BANDO DI SELEZIONE PUBBLICATO CHE NOI ABBIAMO RIPETUTAMENTE RICHIESTO E’ STATO COSTRUITO SENZA IL RISPETTO DELLE REALI ESIGENZE DI CUI IL TERRITORIO HA BISOGNO IN TERMINI DI PROFESSIONALITA’, CONOSCENZA ED ESPERIENZA. E’ STATO COSTRUITO SENZA IL RISPETTO DI QUESTI DIECI ANNI DI LAVORO. CHIEDIAMO CHE I NOSTRI DIRITTI NON SIANO CALPESTATI. CHIEDIAMO PER CHI LAVORA DA DIECI ANNI NEL PRECARIATO E NELL’INCERTEZZA DI AVERE IL DIRITTO AD UN FUTURO MIGLIORE. Chiediamo a Lei signor Presidente che il nostro lavoro abbia un valore nel rispetto di un concorso equo e giusto e non “confezionato” probabilmente per capricci e promesse che calpestano le persone”.

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